REGGIO EMILIA – L’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, presidente della Fondazione Reggio Children, è sato ospite a Decoder.
Originario di Savona, ingegnere 72enne, Profumo è stato molte cose: ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del governo Monti; presidente di Iren, ha guidato sia la Compagnia di San Paolo, sia l’Acri, l’associazione che riunisce le fondazioni di origine bancaria. Dal dicembre dell’anno scorso è presidente della Fondazione Reggio Children. La nostra città, dice, ha dato vita nel tempo ad un sistema di valore immenso. “Ormai, nel mondo ci sono 3.500 scuole che hanno il Reggio Children Approach, di cui 1.500 in Europa. Se uno va in giro per il mondo, si accorge che il nostro paese è il best of the best“.
Un patrimonio frutto delle idee e del lavoro di Loris Malaguzzi, di Carla Rinaldi e di tutte le inseganti e le pedagogiste che ogni giorno fanno vivere questa esperienza, imperniata su Istituzione scuole e nidi d’infanzia, Reggio Children e Fondazione. Ma c’è un ma: “Questi tre soggetti negli anni non hanno mai trovato una forma di sinergia e i benefici non sono quelli che potrebbero essere”.
Profumo ha elaborato una sua proposta per ridefinire i rapporti tra Istituzione, Reggio Children e Fondazione. Una proposta che durante l’estate ha fatto discutere molto ed è stata più volte rimaneggiata. A grandi linee, nella visione dell’ex ministro al centro ci sono le scuole, la Fondazione si occupa di ricerca e internazionalizzazione, Reggio Children di formazione. La Fondazione, che oggi ha il 46% delle quote di Reggio Children, salirà oltre il 50%? Una soluzione del genere offre dei vantaggi dal punto di visa burocratico, risponde Profumo, ma non è indispensabile. “Non credo che ci debba essere una prevalenza dell’uno sugli altri, ma una cooperazione per ottenere il migliore risultato”.
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