REGGIO EMILIA – All’inizio di novembre avevano fatto discutere le statistiche diffuse dal Ministero dell’Interno, che danno conto di un aumento delle denunce di reato in tutto il territorio nazionale. In provincia di Reggio nel 2024 le denunce sono state 20.657, con una crescita costante dal 2020 soprattutto per furti, rapine e danneggiamenti. Un dato interpretato da molti osservatori come la conferma della crescente insicurezza del nostro territorio.
Il Procuratore Calogero Gaetano Paci, nel corso di un incontro sulla microcriminalità organizzato dal Rotary Club di Reggio, ha fornito una chiave di lettura diversa di quei dati: “L’aumento delle denunce – ha detto il Procuratore – non va confuso con un aumento della criminalità. L’incremento delle denunce è in realtà indice di una maggiore fiducia nello Stato e nelle istituzioni, e non necessariamente di un aumento dei reati, poiché i delitti denunciati negli anni precedenti non coincidono sempre con quelli realmente commessi”. Paci dunque legge quei dati in positivo, perché, dice, “una maggiore propensione a denunciare esprime un rinnovato patto di fiducia tra cittadini e istituzioni“.

Il procuratore Paci con Emanuele Galaverni, presidente del Rotary Club di Reggio
Il Procuratore ha anche toccato un tema controverso, quello della percezione di insicurezza. In passato alcuni sindaci della città, come Graziano Delrio e Luca Vecchi, richiamarono questo elemento. Furono rimproverati di accusare i cittadini di inventarsi i problemi. Il capo della Procura ha invece sostenuto che la percezione gioca un ruolo cruciale nella costruzione del sentimento di insicurezza, spesso più determinante dei dati oggettivi. Paci ha presentato i dati di un sondaggio nazionale realizzato da Eurispes per conto del Ministero dell’Interno da cui emerge un forte sentimento di insicurezza, che non sempre trova riscontro nei dati reali.
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