REGGIO EMILIA – “L’idea che mi sono fatto è che qui si è consolidato un sistema criminale che mira esclusivamente alla gestione delle attività economiche, in forma illegale ma soprattutto in forma legale, mediante il reinvestimento di proventi di natura chiaramente illecita”. A dirlo Calogero Gaetano Paci, nominato procuratore capo di Reggio dal Consiglio superiore della magistratura nel maggio scorso. In questi mesi ha dedicato una parte del suo tempo a studiare le sentenze sulla criminalità organizzata nel nostro territorio, come quelle dei processi Aemilia e Grimilde. E ha già le idee chiare. Qui, dice, le cosche non hanno bisogno di controllare militarmente il territorio, vengono solo per investire e fare affari. Perchè ci sono riuscite? “Certamente c’è stata molta sottovalutazione – ha detto -, ma c’è stata anche una larga fascia sociale ed imprenditoriale di convenienza“.
58 anni, nato in Svizzera da emigranti siciliani, Paci vanta esperienze investigative e direttive di primo livello: pubblico ministero a Palermo dal ’95, poi nella Direzione distrettuale antimafia, dal 2014 a Reggio Calabria, prima procuratore aggiunto e poi reggente, con il coordinamento della Dda per la zona ‘Tirrenica’. Nel Sud, spiega il procuratore capo, per i clan la capacità di condizionare la politica è essenziale. Al nord no, perchè qui si viene per riciclare i soldi. Ma se serve, aggiunge Paci, si cercano interlocutori nel mondo politico in una logica di scambio di favori e il processo Aemilia lo ha documentato. La forza della mafia imprenditrice? Non rispetta le regole, non deve assecondare le richieste dei fornitori, non rischia crisi di liquidità: “L’Ndrangheta non ha bisogno di fare ricorso al credito bancario perchè dispone di un flusso di denaro contante di provenienza illecita. Già questa è una prima condizione che la pone in una condizione di vantaggio competitivo rispetto a qualunque altro imprenditore”. Severo il giudizio del procuratore Paci sul sindaco di Cutro Antonio Ceraso, che in campagna elettorale è venuto a Reggio a dire che le interdittive antimafia della Prefettura colpiscono tante persone perbene. Non è così, replica il capo della Procura: le interdittive hanno tutelato gli imprenditori corretti e la pubblica amministrazione. “Chi è onesto e non ha mai avuto collegamenti con la criminalità organizzata difficilmente può incorrere in una interdittiva, a meno di errori macroscopici che non mi risulta ci siano mai stati”.
Il procuratore capo di Reggio Emilia a Decoder: “Qui la mafia mira solo a fare affari”. VIDEO
24 dicembre 2022Calogero Gaetano Paci ospite del programma di Telereggio: “L’Ndrangheta dispone di un flusso di denaro contante che la pone in vantaggio rispetto agli altri imprenditori”