REGGIO EMILIA – Faccia a faccia con il Procuratore capo di Reggio, Calogero Gaetano Paci, nella puntata del nostro settimanale Decoder in onda domani sera (venerdì 23 dicembre) alle 22 su Telereggio e in streaming su Reggionline. Nell’intervista, realizzata da Gabriele Franzini, il Procuratore affronta molti temi di attualità. L’intervista è stata registrata nelle ore scorse. Ve ne proponiamo un’anticipazione in cui il capo della Procura commenta la volontà, annunciata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, di limitare l’uso delle intercettazioni telefoniche.
***
“Guardi, io dal nuovo Governo e dal ministro della Giustizia Nordio, che oltretutto è un ex magistrato, mi sarei aspettato una serie di misure per dotare gli uffici giudiziari delle risorse necessarie per essere messi nelle condizioni di funzionare”.
Parla senza peli sulla lingua il procuratore capo di Reggio Calogero Gaetano Paci. E boccia la decisione del ministro Nordio di limitare l’uso delle intercettazioni telefoniche nelle indagini. Insediatosi alla guida della Procura di Reggio alla metà di giugno, Paci si trova a gestire un ufficio a cui mancano – dice – almeno due sostituti procuratori e con buchi, che il magistrato definisce “spaventosi”, tra il personale amministrativo e quello di polizia giudiziaria. Insomma, altro che limitare le intercettazioni: i problemi della giustizia sono altri.
“L’ufficio per essere credibile agli occhi dei cittadini e svolgere una funzione all’altezza delle aspettative di giustizia, deve avere i mezzi adeguati per farlo”.
Le obiezioni del procuratore Paci sono forti anche sul merito, per gli effetti che una misura del genere avrebbe sull’efficacia delle indagini. “In un Paese come il nostro, con una criminalità organizzata endemica e una corruzione diffusa, lo strumento delle intercettazioni è fondamentale e limitarlo è assolutamente sbagliato“.
Il ministro della Giustizia Nordio sostiene che la limitazione è la risposta necessaria agli abusi. Non è vero, replica il procuratore di Reggio, anzi il sistema attuale è un modello anche per altri paesi. “Bisognerebbe pensare di esportare il nostro sistema delle intercettazioni, che è estremamente garantista, perché è governato dal giudice, che valuta tutte le richieste del pubblico ministero”.
Guarda la puntata integrale