Lo zio di Saman Abbas: “Non ho indicato prima il luogo dove era nascosto il cadavere perché avevo paura per mia moglie”. VIDEO

REGGIO EMILIA – “Ha voluto spiegare le ragioni per cui a fine novembre si è determinato a collaborare individuando il luogo in cui la salma della povera Saman era stata seppellita. Non lo ha fatto prima perché aveva timore per la moglie che era in Pakistan. Solo quando ha saputo che il fratello della moglie era stato arrestato, ha deciso di parlare”. Sinora l’unico a parlare stavolta con dichiarazioni spontanee lo zio Danish Hasnain, fratello di Shabbar Abbas. Ha parlato a ruota libera in aula per mezz’ora con l’aiuto del traduttore e assistito dal suo legale, l’avvocato Liborio Cataliotti.

Danish, che aveva fatto ritrovare il cadavere della nipote seppellito in un casolare a Novellara, getta oggi un’ombra sul fidanzato in Italia di Saman, che lui racconta meno innamorato di lei e motivato al matrimonio dall’esigenza di ottenere il permesso di soggiorno.

In aula a pochi metri da lui, i due cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz che si sono sempre detti estranei ai fatti e da sempre chiusi nel silenzio, anche oggi chiamati a deporre si sono avvalsi della facolta di non rispondere.

Un’udienza caratterizzata ancora una volta dal collegamento precario con il Pakistan e Shabbar Abbas che non vuole essere ripreso e compare con la mascherina.

Viene ascoltata la psicologa Rita Rossi, perito di parte incaricata dall’avvocato Valeria Miari parte civile del fratello di Saman, ora maggiorenne, parla di un ragazzo confuso e stressato da quanto accaduto, ma attendibile. I test parlano di limiti cognitivi, molto attaccato alla sorella che pure aveva criticato per le sue scelte ma verso la quale provava un affetto molto forte, tanto che dopo l’omicidio si è fatto tatuare il suo nome. Un giovane non influenzabile, insofferente all’autorità e molto intimorito dallo zio, ha detto il perito.
Lui l’unico a raccontare cosa era accaduto alla sorella e che ora teme di non essere creduto, sarà riascoltato nella prossima udienza, venerdì 21 luglio.

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