BOLOGNA – E’ alle battute finali, a Bologna, il processo ai mandanti della strage di Bologna. Nell’udienza di oggi le repliche della Procura alle arringhe difensive che si sono concluse venerdì scorso.
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Paolo Bellini si trovava alla stazione il giorno dell’attentato, “era lì per i suoi legami con la destra eversiva e i servizi”. Lo sostiene la procura generale di Bologna nel replicare agli avvocati dell’ex estremista nero, che avevano contestato l’attendibilità del filmato amatoriale diventato la principale prova dell’accusa. Il Super 8 girato dal turista svizzero Harold Poltzer “inchioda Bellini alle sue responsabilità”, sono le parole del magistrato Nicola Proto, che per dimostrare l’autenticità del video, la sua collocazione temporale al 2 agosto, messa in dubbio nelle arringhe difensive, mostra in aula uno spezzone in cui si vede una persona con la testa insanguinata, oltre all’uomo con baffi e capelli ricci ritenuto dai procuratori generali Paolo Bellini. Riconosciuto, quest’ultimo, nei fotogrammi dalla ex moglie la cui testimonianza, contestata dalla difesa, è da considerare invece credibile. “Maurizia Bonini – sostiene sempre Proto – non ha mentito per paura di essere arrestata”, nonostante potesse avvalersi della facoltà di non rispondere, “è andata oltre, demolendo l’alibi dell’ex marito”.
Il bandito reggiano, presente in aula, attraverso dichiarazioni spontanee è tornato a proclamarsi innocente affermando che una sua partecipazione all’attentato sarebbe già finita oggetto delle sue confessioni.
La sentenza del processo ai mandanti della strage sarà pronunciata nella prossima udienza, mercoledì 6 aprile, dopo le eventuali repliche e controrepliche relative alla posizione di Piergiorgio Segatel, uno dei tre imputati insieme a Paolo Bellini e Domenico Catracchia.
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