REGGIOLO (Reggio Emilia) – Si sdoppia il procedimento giudiziario scaturito dall’inchiesta della procura antimafia di Brescia sulla ricostruzione post terremoto del 2012. Era emerso un sistema corruttivo messo in piedi per facilitare la concessione di contributi pubblici a favore, secondo gli inquirenti, della cosca ‘ndranghetista Dragone di Cutro.
Sarà spostata a Bologna l’udienza preliminare per la figura ritenuta centrale: quella dell’architetto reggiolese di 36 anni Giuseppe Todaro, almeno fino al 2021 tecnico esterno incaricato di istruire le pratiche per la ricostruzione di edifici privati in alcuni comuni del mantovano. Giuseppe Todaro è il nipote di del boss Antonio Dragone, capo della cosca rivale dei Grande Aracri e ucciso in un agguato di mafia a Cutro dal 2014. Attualmente è in carcere. Spostamento degli atti a Bologna anche per il padre di Giuseppe, Raffaele Todaro, che era stato arrestato nell’ambito della stessa inchiesta.