REGGIO EMILIA – Un’ora e quaranta per raccontare, per la prima volta, la sua versione dei fatti. Davanti alla Corte d’Assise, Shabbar Abbas ha negato praticamente tutte le accuse: “Sono state dette tante cose false su di me, voglio dire la verità. Non ho ucciso mia figlia”, ha detto in lacrime.
Parlando a braccio, in un italiano un po’ stentato, il padre di Saman Abbas ha ripercorso gli avvenimenti che hanno riguardato la sua famiglia negli ultimi anni: gli allontanamenti della figlia, descritta come intelligente ma bugiarda. “Non è vero – ha detto – che volevo costringerla a un matrimonio combinato con un mio familiare in Pakistan. Lei era contenta e quando ha cambiato idea per me andava bene”.
Ha raccontato di aver conosciuto la famiglia del fidanzato, Saquib: “Lui non aveva intenzioni serie” ha detto, aggiungendo di non approvare le foto postate sui social. Poi, un attacco durissimo ai servizi sociali di Novellara: “Non mi hanno mai detto niente. Rovinano la vita dei bambini”. Il sindaco Elena Carletti ha risposto così: “La sua è una ricostruzione fantasiosa, terribile da tanti punti di vista”.
Per Shabbar ha mentito anche il figlio, fratello della giovane uccisa, accusatore degli imputati, e ha raccontato quello che è successo nella notte in cui Saman è stata uccisa: “Non volevamo andasse via nel cuore della notte, poi non l’ho più vista. Anche io voglio sapere chi è stato a ucciderla”.
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