REGGIO EMILIA – L’associazione Penelope nasce nel 2002 da un’idea di Gildo Claps, fratello di Elisa Claps, scomparsa a Potenza nel 1993, il cui corpo fu ritrovato 17 anni dopo nel sottotetto di una chiesa, luogo dal quale si erano perse le sue tracce.
Obiettivo dell’associazione è di dare sostegno a tutte le persone che si ritrovano catapultate nel limbo della scomparsa di un proprio parente o amico. Sostegno che si traduce in assistenze di tipo legale, psicologico, tecnico ma anche e soprattutto umano.
Penelope ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo sul caso Saman Abbas. Qui non ci sono famigliari da sostenere, ma la referente regionale dell’associazione spiega così la presa di posizione.
“Non potevamo non esserci – spiega l’avvocato Barbara Iannuccelli – speriamo venga fatta giustizia. Rifiutiamo il concetto di ‘reato culturalmente orientato e faremo di tutto affinché Saman abbia giustizia e con lei tutte le Saman del mondo”.
Una costituzione di parte civile che punta l’indice nei confronti dei famigliari della stessa Saman: “Ci saremo in questo processo anche per tutelare la dignità di tutti quei famigliari che si preoccupano realmente per la scomparsa dei propri figli”, dice Iannuccelli.
L’associazione rivolge inoltre un plauso agli inquirenti reggiani: “La Procura di Reggio merita un plauso perché è stata capace di avviare un processo pur senza la presenza del cadavere”.
Penelope ha già partecipato a iniziative sul territorio reggiano incontrando gli esponenti della comunità pakistana e prossimamente sarà ancora nella nostra provincia per iniziative legate a questo terribile caso.
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