REGGIO EMILIA – “Il fatto che il terreno sia ben stratificato determina che questa parte del riempimento si sia in realtà costituita da una serie di sei eventi che si sono susseguiti nel tempo e che non possono assolutamente essersi depositati in un unico momento”, così si legge in un passaggio delle 500 pagine della perizia medico-legale. Quindi una fossa, quella in cui Saman è rimasta un anno e mezzo, creata nella sua profondità in più volte, e non solo: anche la larghezza della buca è stata realizzata in due soluzioni. Elementi, questi, emersi dalle indagini peritali che hanno analizzato la compattezza del terreno e che per l’avvocato del fidanzato della ragazza non portano che ad un elemento: la premeditazione.
“In quella buca Saman non è stata messa nell’immediatezza dello scavo, ma in due tempi – sottolinea l’avvocato Barbara Iannucelli che rappresenta il fidanzato della giovane, parte civile – Prima è stata scavata senza Saman. Quando hanno portato il corpo è stato necessario allargarla”.
Se le parti civili sottolineano gli elementi che possono avvalorare l’aggravante più pesante, la difesa dello zio di Saman (Danish Hasnain) si sofferma su un altro aspetto: ad imprimere la forza che poi ha soffocato Saman “può essere stato sia un uomo sia una donna – ha detto l’anatomopatologa Cattaneo – sia giovane sia meno giovane”, e il tutto è avvenuto in pochi secondi.
“Traete voi le vostre conclusioni. Nel mio intimo – spiega l’avvocato Liborio Cataliotti – ho sempre pensato che le immagini rivelino molto chiaramente cosa e quando e per opera di chi sia avvenuto l’omicidio. La soluzione è più facile di quanto si pensi e credo venga quasi completamente rivelata dal video”. Con riferimento alle immagini del 30 aprile 2021, la sera della morte di Saman, quando la ragazza viene accompagnata dalla madre lungo il vialetto di casa. La donna scompare dagli occhi elettronici per un paio di minuti. Totalmente inconsistenti poi, secondo la difesa del cugino Nomanulhaq, le dichiarazioni dei detenuti che dicono di aver sentito lo zio autoaccusarsi del delitto e accusare anche gli altri imputati. “Sono due teatranti da farsa – dice l’avvocato Luigi Scarcella – Le loro dichiarazioni sono ridicole. Non si riscontrano né a vicenda né in base alle evidenze processuali”.
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