REGGIO EMILIA – “Ho vissuto questo processo in un modo intenso, lo abbiamo studiato, radiografato, credo che gli elementi siano indiscutibilmente finalizzati a provare la responsabilità di tutti gli imputati”. L’avvocato Nicola Termanini, che tutela il Comune di Novellara come parte civile nel processo per l’omicidio di Saman Abbas, ha ricostruito prove e indizi che dimostrerebbero il coinvolgimento di tutti e 5 gli imputati e la premeditazione. Intercettazioni telefoniche, la fuga, la pala con cui avrebbero scavato la buca e seppellito la ragazza sotto due metri di terra. “Il fatto che le pale siano state trovate a casa degli imputati e siano le stesse usate per scavare la fossa, credo che sia un elemento indiziario molto forte”.
Secondo l’avvocato Termanini “gli elementi indiziali devono essere presi in considerazione tutti insieme e non spacchettati come farà la difesa”. “Abbiamo chiesto 50mila euro di provvisionale, che vanno a colmare il danno patrimoniale delle spese sostenute per Saman e una sorta di risarcimento morale e simbolico”.
Nell’udienza dedicata alle parti civili ha poi preso la parola l’avvocato Angelo Russo, che tutela il fratello di Saman, Alì Haider. Il legale ha parlato di un ragazzo provato, con uno “sconquasso emotivo” che a volte lo ha portato a non essere lucido e preciso. Russo ha anche dato una nuova chiave di lettura all’episodio che secondo le difese minerebbe la credibilità del ragazzo. Alì Haider ha sempre sostenuto che la notte dell’omicidio lo zio Danish dormì con lui, ma le telecamere mostrano come Danish entri nella loro casa di Novellara al mattino: “Poteva essere che fosse arrivato nel letto del ragazzo al mattino, Haider del resto era molto scosso – ha detto l’avvocato – sicuramente hanno trascorso in casa insieme l’intera mattinata”.
Poi ha preso la parola l’avvocato Barbara Iannuccelli, che tutela il fidanzato di Saman, Saquib Ayub. “Ha diritto a un risarcimento perché ha vissuto un incubo, è stato persino ricoverato nel reparto di sanità mentale dell’ospedale di Cassino”. “Ha vissuto quella che era una scomparsa e le minacce alla sua famiglia come un incubo da cui non era in grado di uscire”.
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