REGGIO EMILIA – E’ iniziato questa mattina anche il processo, davanti alla Corte d’Assise, che vede alla sbarra Marta Ghilardini, la vedova di Giuseppe Pedrazzini ritrovato senza vita nel pozzo di casa a Cerrè Marabino, frazione di Toano, l’11 maggio del 2022.
Sono già stati condannati in primo grado a 12 anni di reclusione la figlia dell’anziano, la 38enne Silvia Pedrazzini, e il marito Riccardo Guida. La corte li ha giudicati colpevoli, al termine del processo con rito abbreviato, di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, truffa ai danni dello Stato e soppressione di cadavere. Caduta l’accusa di omissione di soccorso.
Rinviata a giudizio con rito ordinario invece la vedova, che questa mattina era in aula con il suo avvocato, Rita Gilioli. Un’udienza tecnica, in cui è stato nominato il perito incaricato dal pubblico ministero di trascrivere le intercettazioni. Le operazioni peritali inizieranno il 10 settembre prossimo e dureranno 60 giorni. L’udienza è stata quindi rinviata al 6 dicembre, quando saranno sentiti anche un decina di testimoni chiamati dal pm: amici, famigliari e parenti di Giuseppe Pedrazzini.