CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – Nessuno sconto, nessun alleggerimento dell’accusa, che rimane di omicidio premeditato commesso con crudeltà e per futili motivi. Dante Sestito sarà alla sbarra dal 26 maggio prossimo con queste contestazioni, imputato per l’uccisione del 28enne Salvatore Silipo. I suoi avvocati, Luigi Colacino e Giuseppe Migale Ranieri, avevano chiesto al giudice dell’udienza preliminare il decadimento delle aggravanti, ma Andrea Rat ha detto no. Negata quindi, per ora, la possibilità di poter chiedere il rito abbreviato, che non è più ammesso con accuse che possono portare all’ergastolo in caso di condanna. Ma i legali fanno capire che la battaglia ricomincerà al processo. “Potrà essere riconosciuto in corte d’Assise”, dice l’avvocato Luigi Colacino.
Sestito, 71 anni, ha rinunciato a essere presente: non si è videocollegato dal carcere di Reggio. Per ora sempre e solo silenzio da lui, anche se i suoi avvocati, nelle prime settimane dopo i fatti, avevano parlato di “un colpo partito per sbaglio” nell’officina di Cadelbosco Sopra di cui l’imputato è titolare e nella quale la vittima aveva lavorato fino a qualche settimana prima dei fatti. La tesi del sostituto procuratore Piera Cristina Giannusa e dei carabinieri è del tutto opposta, come si desume dalle contestazioni. Una tesi il cui cuore sono le testimonianze delle persone che quel sabato pomeriggio, il 23 ottobre 2021, erano andate in officina assieme a Silipo: il fratello della vittima, Francesco, e il cugino Pierfrancesco Mendicino. I due hanno riferito di un appuntamento concordato per chiarire la questione di un presunto furto di pneumatici che gli inquirenti considerano il movente del delitto, e che è stato detto loro di inginocchiarsi. In quel momento, Dante Sestito avrebbe sparato a Silipo con un colpo di un revolver Smith&Wesson, poi sarebbe stato disarmato e bloccato dal fratello della vittima mentre il cugino scappava fuori e chiedeva aiuto. C’era una quinta persona: Antonio, il figlio di Sestito.
“Vogliamo giustizia” hanno detto i famigliari di Silipo che erano presenti in aula, e tra loro la compagna dell’uomo, mamma dei suoi due figli piccoli. Sei in tutto, compresi i bimbi, le parti civili, tra cui anche il fratello, la sorella e la madre di Salvatore. Sono rappresentati dagli avvocati Roberto Chiossi, Barbara Bettelli e Mattia Fontanesi. “La situazione è sempre molto drammatica. Almeno si andrà a dibattimento e cercheremo di fargli prendere il massimo della pena. La famiglia sta vivendo tutta questa situazione malissimo. Io rappresento il fratello che non è neanche riuscito ad entrare in aula. Era lì il giorno dell’omicidio”.
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