REGGIO EMILIA – Una sfilza di imputati, ma pochi presenti al secondo appuntamento con l’udienza preliminare del processo Octopus.
In collegamento dal carcere c’era Antonio Silipo, già condannato a 14 anni nel processo Aemilia. Fa parte del gruppo di otto persone chiamate a rispondere dell’accusa più grave, quella di associazione a delinquere. Gli altri componenti sono Marco Gibertini, Piersandro Pregliasco, Marco Castaldi, Gianluca Mussoni, Valerio Villani, Mirco e Gianluca Salsi. Comune sarebbe stato l’obiettivo: fare soldi attraverso irregolarità fiscali, emettendo fatture operazioni inesistenti, in alcuni casi riciclando denaro. Secondo il pubblico ministero Valentina Salvi, quasi tutti gli associati avrebbero agito nei panni sia di promotori che di organizzatori. A quest’ultima categoria è stato però circoscritto il ruolo svolto dall’ex titolare della Reggiana Gourmet, Mirco Salsi. Lo stesso vale anche per il figlio Gianluca.
La vicenda risale a un passato lontano più di 7 anni, quando l’inchiesta esplose portando alla luce frodi fiscali per 33 milioni di euro. Comparvero nomi noti dell’imprenditoria locale. Tra questi l’ex presidente di Cna, Nunzio Dallari, che tramite il suo avvocato ha chiesto e ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato. Lo stesso procedimento scelto dal giornalista Nicola Fangareggi, ascoltato dal giudice Luca Ramponi, assieme a tre testimoni, vale a dire un commercialista e due collaboratori. Secondo l’accusa sarebbero false le fatture per complessivi 30mila euro emesse dalla Gibertini Comunicazioni a carico della Contenuti Digitali, società finita in liquidazione, di cui Fangareggi era amministratore unico. Per gli abbreviati le sentenze sono previste già il prossimo primo marzo, nell’udienza che dovrebbe sancire anche i rinvii a giudizio.
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