BRESCELLO (Reggio Emilia) – Lo Stato italiano. E poi Libera, Cgil Emilia-Romagna, Cgil Reggio e Cgil Piacenza. Avviso Unico, Cisl Emilia Centrale, Uil. E ancora gli enti locali: il comune di Piacenza e quello di Reggio Emilia, il comune di Cadelbosco Sopra e Brescello. Brescello che si è rifiutata di vedere, aveva detto il Pm della Dda. Brescello che si è risvegliata, che è ferita, dice il sindaco.
E’ stato il giorno delle parti civili, nel processo Grimilde, parti civili che hanno parlato del territorio reggiano come di un territorio ‘depredato’ e che hanno chiesto complessivamente 6 milioni e 800mila euro come riconoscimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali procurati dalla presunta associazione a delinquere di stampo mafioso che per 14 anni avrebbe imperversato mischiandosi al tessuto economico. “Momenti di sconforto ce ne sono stati però abbiamo visto anche la fiducia che i cittadini brescellesi hanno riposto in noi e continuano a riporre, la fiducia ritrovata anche nel poter esprimersi liberamente. Io l’ho sempre detto: i rappresentanti sono in carcere, per noi Grimilde è stata una liberazione – ha detto il sindaco di Brescello Elena Benassi – . Ma invito chi giudica dall’esterno a immedesimarsi nel ruolo e nelle responsabilità che le persone si assumono”.
Gli avvocati dei sindacati hanno espresso un medesimo concetto: “Parliamo di infiltrazioni autonome ma non isolate, mai sole”. Anche per questo il processo Grimilde è importante, perchè, hanno aggiunto, ha fatto emergere il punto di vista degli ultimi: “E’ stato contestato e provato assolutamente il reato di caporalato, auspichiamo una condanna seria che restituisca dignità al sindacato e ai lavoratori” ha detto Giuseppe Rizzo, avvocato di Libera e Cisl.
Lo Stato si è costituito per il Consiglio dei ministri, per il ministero dei Trasporti e per l’Agenzia dei beni confiscati: “E’ stato un danno di immagine anche nei confronti della comunità internazionale, chiaramente una violazione dei doveri di ogni cittadino e dei principi fondanti della Repubblica che non può essere accettata dallo Stato” ha detto Federico Loche, dell’Avvocatura dello Stato.
E’ stato il giorno delle parti civili, nel processo Grimilde, parti civili che hanno parlato del territorio reggiano come di un territorio ‘depredato’ e che hanno chiesto complessivamente 6 milioni e 800mila euro come riconoscimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali procurati dalla presunta associazione a delinquere di stampo mafioso che per 14 anni avrebbe imperversato mischiandosi al tessuto economico. “Momenti di sconforto ce ne sono stati però abbiamo visto anche la fiducia che i cittadini brescellesi hanno riposto in noi e continuano a riporre, la fiducia ritrovata anche nel poter esprimersi liberamente. Io l’ho sempre detto: i rappresentanti sono in carcere, per noi Grimilde è stata una liberazione – ha detto il sindaco di Brescello Elena Benassi – . Ma invito chi giudica dall’esterno a immedesimarsi nel ruolo e nelle responsabilità che le persone si assumono”.
Gli avvocati dei sindacati hanno espresso un medesimo concetto: “Parliamo di infiltrazioni autonome ma non isolate, mai sole”. Anche per questo il processo Grimilde è importante, perchè, hanno aggiunto, ha fatto emergere il punto di vista degli ultimi: “E’ stato contestato e provato assolutamente il reato di caporalato, auspichiamo una condanna seria che restituisca dignità al sindacato e ai lavoratori” ha detto Giuseppe Rizzo, avvocato di Libera e Cisl.
Lo Stato si è costituito per il Consiglio dei ministri, per il ministero dei Trasporti e per l’Agenzia dei beni confiscati: “E’ stato un danno di immagine anche nei confronti della comunità internazionale, chiaramente una violazione dei doveri di ogni cittadino e dei principi fondanti della Repubblica che non può essere accettata dallo Stato” ha detto Federico Loche, dell’Avvocatura dello Stato.
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