REGGIO EMILIA – Oltre alle parole di questa prima parte di requisitoria, un altro elemento è stato al centro della giornata: l’assenza di tutti gli avvocati difensori tranne uno.
La parola alla Dda, quindi. La requisitoria del pm Beatrice Ronchi terminerà mercoledì. Ad ascoltare queste prime cinque ore, la fase finale di un notevole lavoro d’indagine sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste a Brescello, c’erano in tanti: i vertici delle forze dell’ordine reggiani e regionali, i giornalisti, le parti civili che affiancano l’accusa. Non c’erano, però, gli avvocati difensori. O meglio: ce n’era uno solo per tutti, il legale Vincenzo Belli, avvocato di fiducia dell’imputato Omar Costi.
Un fatto senza precedenti, il cui significato è difficile da valutare: una incredibile coincidenza? Una sovrapposizione di impegni? Oppure un messaggio alla Direzione Distrettuale Antimafia? Ronchi non ha commentato e nell’elenco dei ringraziamenti ha inserito anche gli avvocati difensori. “Con professionalità hanno operato, oggi in questa assenza ringrazio l’avvocato Belli”.
Queste le parole dell’avvocato Belli, sul quale sono confluite tutte le deleghe dei colleghi: “Credo sia stata una scelta processuale, leggeranno negli atti la requisitoria”. Mentre nella sua requisitoria Beatrice Ronchi ha puntato il dito su Brescello e sull’atteggiamento del paese negli anni passati, c’è una Brescello che ritiene di essere vittima. Il Comune si è costituito parte civile: “L’attuale amministrazione ha tracciato un solco, siamo al fianco della procura”, ha detto Giuseppe Tesoriero, avvocato per Brescello e Cadelbosco Sopra.
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