BIBBIANO (Reggio Emilia) – Un punto per la procura, anche se il processo deve ancora iniziare visto che l’udienza preliminare dell’inchiesta sui presunti affidi illeciti in val d’Enza si sta protraendo da fine febbraio. Il gup Dario De Luca ha respinto tutte le eccezioni sollevate in queste settimane dalle difese, e con un’ordinanza ha disposto che le intercettazioni vengano utilizzate dicendo che non violano i diritti degli indagati e ha dichiarato che non ci sono lacune nel fascicolo depositato dal sostituto procuratore Valentina Salvi.
Diversi avvocati, tra i quali il legale della principale indagata, Federica Anghinolfi, ex responsabile del servizio minori, avevano infatti contestato la mancanza di una ventina di documenti nelle carte presentate da Salvi. Per il giudice le eccezioni realmente fondate si riducono a sette verbali in un mare di atti, visto che solo le audizioni di testimoni da parte della procura sono state circa 200, verbali che la procura avrebbe già provveduto a produrre.
C’è stato altro, nell’ultima udienza: la procura ha appesantito il carico per alcuni dei 24 indagati per i quali ha chiesto il rinvio a giudizio, riformulando alcuni capi d’accusa, come l’aggravante dell’abuso d’ufficio contestata ad Anghinolfi.
Ha parlato di “ordini che arrivavano dall’alto” Beatrice Benati, assistente sociale tra i 24, che ha deciso di rendere spontanee dichiarazioni. E’ stata sentita anche Nadia Campani, all’epoca responsabile dell’ufficio di piano dell’Unione dei Comuni che coordinava anche i servizi sociali.
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