REGGIO EMILIA – “La lunghezza della requisitoria è stata doverosa per dare dignità alle parti offese, al lavoro della polizia giudiziaria, alle consulenti tecniche del pubblico ministero e ai testimoni”. Dopo sette giornate complete di udienze e un’ulteriore mattinata, la pm Valentina Salvi ha avanzato le richieste di condanna: sono stati chiesti complessivamente oltre 70 anni per le 14 persone imputate nel processo sui presunti affidi illeciti in val d’Enza. Istanze tra cui spiccano quelle per le figure principali, su tutte l’ex responsabile del servizio minori Federica Anghinolfi: 11 anni e 6 mesi, oltre a 3 anni e 6 mesi per reati non connessi; e poi chiesti 11 anni per l’assistente sociale Francesco Monopoli, più sei mesi per reati non connessi, e 8 anni e 3 mesi per la psicoterapeuta Nadia Bolognini, ex moglie di Claudio Foti, che invece aveva chiesto il rito abbreviato, uscendone prima condannato e poi assolto in Appello e in Cassazione. Le altre richieste vanno dai 6 anni agli 8 mesi.
Impossibile elencare i capi d’imputazione, che sono oltre cento: dal falso, al depistaggio, alla frode processuale, alle lesioni provocate nei minori secondo l’accusa ingiustamente allontanati dalle famiglie d’origine; 85 le contestazioni per la sola Anghinolfi, ritenuta dalla procura il profilo chiave di quello che è accaduto “non in maniera impulsiva ed estemporanea, ma senza soluzione di continuità”, ha detto Salvi. Un’azione che sarebbe stata messa in campo attraverso colloqui e domande suggestive, convinzioni non supportate da dati, atti falsati.
“Lo scopo del cristallizzare nella memoria dei minori è una tappa necessaria; provocherà sofferenza? disagi psichici? Sì. Il ricordo uscirà, farà male, verrà curato; ci saranno anni di terapia a 135 euro per 45 minuti”. La pm Salvi ha ripercorso caso per caso. “Affinché il recupero delle memorie traumatiche fosse possibile, era necessario che il minore tagliasse i ponti con i presunti abusanti a carico dei quali, a parte le loro aprioristiche convinzioni, non c’era nulla”.
Accanto a Salvi c’era il procuratore capo Calogero Paci. Ora toccherà alle parti civili, poi inizieranno le difese, prima dell’eventuale controreplica dell’accusa. La sentenza è attesa per maggio.
Tutte le richieste del Pm
- Federica Anghinolfi: 11 anni e 6 mesi più altri 3 anni e 6 mesi per reati non connessi
- Francesco Monopoli: 11 anni più altri 6 mesi per reati non connessi
- Nadia Bolognini: 8 anni e 3 mesi
- Federica Alfieri: 2 anni
- Fadia Bassmaji: 3 anni
- Daniela Bedogni: 3 anni
- Imelda Bonaretti: 6 anni e 6 mesi
- Flaviana Murru: 8 mesi
- Valentina Ucchino: 8 mesi
- Katia Guidetti: 4 anni
- Maria Vittoria Masdea: 4 anni
- Sara Gibertini: 5 anni
- Marietta Veltri: 3 anni e 6 mesi
- Annalisa Scalabrini: 6 anni e 4 mesi
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I difensori di Federica Anghinolfi, Oliviero Mazza e Rossella Ognibene, hanno voluto commentare le richieste odierne della Procura, definendo la pena richiesta “sproporzionata e simbolica”. Secondo i due avvocati, che nella prossima arringa difensiva saranno chiamati provare l’infondatezza delle accuse rivolte alla loro assistita, “l’abnormità della richiesta di pena è frutto della mera riproposizione del canovaccio delle indagini, come se non si fossero celebrati tre anni di udienze dibattimentali”. Nel merito i legali della Anghinolfi ritengono che il reato principale, sul quale è stata determinata la pena base, riguardi la trasmissione di una relazione che sarebbe stata eseguita da un altro soggetto, nemmeno imputato.
Reggio Emilia Tribunale Bibbiano processo val d'Enza angeli e demoni affidi