Le interviste dopo la lettura della sentenza
Le richieste del Pm e la sentenza di primo grado
- Federica Anghinolfi: 11 anni e 6 mesi più altri 3 anni e 6 mesi per reati non connessi. CONDANNATA A 2 ANNI, PENA SOSPESA
- Francesco Monopoli: 11 anni più altri 6 mesi per reati non connessi. CONDANNATO A UN ANNO E 8 MESI, PENA SOSPESA
- Nadia Bolognini: 8 anni e 3 mesi. ASSOLTA
- Federica Alfieri: 2 anni. ASSOLTA
- Fadia Bassmaji: 3 anni. ASSOLTA
- Daniela Bedogni: 3 anni. ASSOLTA
- Imelda Bonaretti: 6 anni e 6 mesi. ASSOLTA
- Flaviana Murru: 8 mesi. CONDANNATA A 5 MESI, PENA SOSPESA
- Valentina Ucchino: 8 mesi. ASSOLTA
- Katia Guidetti: 4 anni. ASSOLTA
- Maria Vittoria Masdea: 4 anni. ASSOLTA
- Sara Gibertini: 5 anni. ASSOLTA
- Marietta Veltri: 3 anni e 6 mesi. ASSOLTA
- Annalisa Scalabrini: 6 anni e 4 mesi. ASSOLTA

Nadia Bolognini
L’avvocato Luca Bauccio, difensore di Nadia Bolognini: “Crolla la leggenda di Bibbiano”
“È una grande soddisfazione, vedere finalmente crollata una dolorosa gogna nei confronti di un’imputata che ha avuto come sua unica colpa quella di curare dei minori traumatizzati. Il dibattimento ha svelato la totale infondatezza dell’accusa. In particolare, le consulenze della pubblica accusa che avevano diagnosticato gravi malattie si sono rivelate prive di alcun fondamento scientifico. Sono stati anni di una dura battaglia processuale, dove è stato possibile smontare un castello di accuse che non aveva alcun fondamento. La pubblica opinione è stata purtroppo aizzata contro Nadia Bolognini, descritta come una strega che inseguiva i bambini terrorizzandoli, che si vestiva da lupo e manipolava le loro menti. Menzogne buone per alimentare cacce alle streghe e campagne d’odio. Nulla era vero di quanto è stato raccontato all’opinione pubblica.
Il mio augurio è che media e opinione pubblica riflettano su quanto sia pericoloso creare mostri e demonizzare persone che vanno considerate presunti innocenti fino alla sentenza. La vita della mia assistita è stata stravolta da questa vicenda: è stata emarginata dall’ambito lavorativo, costretta a difendersi per 6 anni, la sua reputazione è stata distrutta. Questi sono gli effetti malefici della commistione tra procedimenti giudiziari e processi mediatici.
È doloroso constatare come i più feroci accusatori, in questa vicenda giudiziaria, siano coloro che non hanno mai messo piede nell’aula dove si celebrava il processo e non hanno mai avuto alcuna conoscenza reale degli atti di indagine. Spesso si tratta di soggetti che nemmeno sono iscritti all’albo dei giornalisti e che, allo stesso tempo, hanno voluto accreditare le proprie fandonie come inchieste.
L’assoluzione di Nadia Bolognini serva come spunto per una riflessione seria anche su quegli speculatori del mondo della politica che, pur di cavalcare uno scandalo per guadagnare qualche voto, hanno screditato un intero mondo e hanno messo sotto accusa la psicoterapia del trauma e la cura delle malattie mentali”.
L’avv. Bauccio, già difensore del dott. Claudio Foti – imputato già assolto in via definitiva dalla Corte di Cassazione il 10 aprile 2024 – si è detto sereno, nonché convinto che, se la Procura dovesse ricorrere in appello, l’assoluzione non potrà che essere confermata, come nel caso di Claudio Foti.
“Chi conosce il processo – ha concluso l’avv. Luca Bauccio – sa che non vi erano elementi nemmeno perché nascesse questa inchiesta. Essa è stata frutto di una elucubrazione contro la scienza e contro la professione psicoterapeutica”.

Federica Anghinolfi
Gli avvocati Oliviero Mazza e Rossella Ognibene, difensori di Federica Anghinolfi: “Non esistono demoni contrapposti ad angeli”
“L’odierna sentenza rende giustizia alla dott.ssa Federica Anghinolfi, affermando la totale infondatezza degli oltre 60 capi di imputazione che le sono stati contestati. La condanna riguarda solo un unico aspetto amministrativo ossia la presunta non corretta appostazione di una voce di bilancio per il pagamento di una psicoterapia, condanna che verrà fatta oggetto di appello. I tre anni di dibattimento hanno ricostruito una verità giudiziale diametralmente opposta a quella manichea propugnata dal processo mediatico che ha accompagnato tutti i 6 anni di processo.
Oggi sappiamo che non esistono demoni contrapposti agli angeli, che la nostra assistita non è una “ladra di bambini” e che non ha mai agito per interessi diversi da quello superiore della tutela dei minori. Questa verità giudiziale ci ripaga degli sforzi compiuti, ma non cancella la distruzione mediatica dell’immagine della nostra assistita né i danni irreparabili e incalcolabili provocati al sistema della tutela dei minori.
Chiusa questa vicenda processuale, bisognerà ripristinare le condizioni essenziali per assicurare che gli operatori del Servizio sociale possano tornare a svolgere il loro ruolo di presidio e di sostegno per le tutte le situazioni di difficoltà che nelle famiglie a volte si manifestano, e possano farlo guardando con fiducia al lavoro dei Giudici, perché la garanzia che lo Stato assicura con la funzione della giurisdizione è un valore che la Costituzione ci ha consegnato”.

Marco Massari, sindaco di Reggio Emilia
Il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari: “Vicinanza a chi ha vissuto un incubo processuale”
“Da sindaco della città capoluogo di un territorio che ha fatto e fa dei servizi sociali un’eccellenza riconosciuta sento anzitutto di esprimere vicinanza alle persone che oggi vedono finire, o quasi, un incubo processuale durato anni.
Persone per cui, come purtroppo sempre più spesso accade, si sono formulati giudizi affrettati senza attendere la verità giudiziaria; persone contro cui certa politica ha dato il peggio di sé, creando mostri, cavalcando paure, fomentando odio.
L’augurio è che queste persone, operatrici e operatori che oggi sono stati sollevati da questo enorme peso, possano tornare a svolgere il loro ruolo di sostegno alle famiglie e di tutela dei minori.
Oltre a questo, auspico che una sentenza di grande nettezza come questa riporti al centro del dibattito i diritti di bambine e bambini.
L’indagine nazionale di Autorità garante, Terre des hommes e Cismai presentata recentemente ha certificato come siano aumentati in modo significativo negli ultimi anni i maltrattamenti ai danni di minori, soprattutto in famiglia.
Nell’equilibrio che occorre nel valutare processi lunghi e complessi come questi, e nella piena fiducia che occorre dare a chi ha il dovere di vigilare e giudicare, speriamo che questa sentenza rimetta al centro la tutela dei bambini”.

Massimo Gazza, segretario provinciale del Pd
Il Partito Democratico di Reggio: “Fatta chiarezza, rispetto per la verità processuale”
“Si chiude una fase lunga e dolorosa che ha segnato profondamente il dibattito pubblico e la vita della nostra Comunità. Cadono quasi tutte le accuse formulate nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni”: oltre cento capi d’imputazione si sono risolti in assoluzioni, proscioglimenti per prescrizione e tre condanne con pena sospesa. Non possiamo ignorare il peso di ciò che questa sentenza rappresenta. La giustizia ha fatto il proprio corso, come è giusto che sia in uno Stato di diritto. Il fatto che la grande maggioranza degli imputati sia stata assolta dimostra quanto fosse necessario distinguere, fin dall’inizio, tra accertamento dei fatti e narrazione sommaria. Troppe volte, negli ultimi anni, si è confusa la doverosa attenzione verso i minori con la condanna generalizzata e infondata di un intero sistema pubblico di tutela e assistenza.
Oggi il Partito Democratico rinnova la propria fiducia nelle istituzioni, nella magistratura e nella legalità come fondamento del vivere civile. Al tempo stesso, non possiamo tacere il fatto che questa vicenda ha generato ferite profonde nelle famiglie coinvolte, negli operatori e nelle operatrici sociali, nella cittadinanza, negli amministratori pubblici e nelle istituzioni preposte, che richiedono un’opera di ricostruzione paziente, basata su verità, giustizia e responsabilità.
In questo momento il nostro pensiero va ai minori coinvolti, a chi ha operato con coscienza e rettitudine e a chi ha sofferto ingiustamente per accuse che non hanno retto alla prova del processo.
Il Partito Democratico di Reggio Emilia continuerà a battersi per una rete di protezione dei minori fondata sulla professionalità, l’impegno dei servizi pubblici e la partecipazione delle famiglie, per contrastare ogni uso politico del dolore e ogni deriva che metta in discussione l’interesse superiore dei minori, rifuggendo ogni strumentalizzazione. All’esito di questo primo grado di giudizio, valuteremo di tutelare in ogni sede la reputazione del Partito Democratico per le accuse infondate troppo spesso rivoltegli”.
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