REGGIO EMILIA – Una mole impressionante di testimoni, il tema del rimpasto del collegio giudicante, e il conseguente grande nodo del processo: i tempi. Dalle minacce via social e non solo e dalle strumentalizzazioni politiche dell’estate 2019, giunte fino alla doppia protesta di piazza di Bibbiano alle soglie delle Regionali di gennaio 2020, la palla passa all’aula d’Assise di Reggio: è cominciato il processo che ha al centro sei casi di affidi di minori in val d’Enza ritenuti illeciti dalla procura. Illeciti perché stabiliti dal tribunale dei minori ma su relazioni considerate dall’accusa, il sostituto procuratore Valentina Salvi, fallaci, formate da racconti manipolati, o estorti. La data dell’8 giugno 2022 è sia fondamentale sia simbolica: la giornata è trascorsa a suon di eccezioni preliminari riguardanti principalmente la questione dei responsabili civili e la costituzione delle parti civili. 31 quelle ammesse, e tra queste il Ministero della Giustizia e la Regione. Esclusa la richiesta arrivata nelle ultime ore da parte del Consiglio dell’ordine degli assistenti sociali dell’Emilia-Romagna, anche se il consiglio nazionale era già stato ammesso. Esclusa, su richiesta di molti difensori, l’associazione Gens Nova, onlus che tra le altre cose si occupa di tutela dei minori e che ha sede a Bari.
In aula non era presente nessuno dei 17 imputati. C’erano, invece, alcuni parenti dei minori i cui casi sono al centro delle indagini, nel frattempo tutti rientrati in famiglia. Dicevamo della mole di testimoni in lista: 232 quelli inseriti dalla procura, circa 300 quelli chiesti dalla difesa della sola Federica Anghinolfi, la principale imputata visto che all’epoca dei presunti fatti era la responsabile del servizio sociale minori Val d’Enza. Rispetto ai tempi, c’è da considerare anche che il collegio così com’è adesso cambierà: tra luglio e ottobre verranno trasferiti due dei tre giudici, Chiara Alberti e il presidente Simone Medioli Devoto.
“E’ essenziale che i tempi siano giusti per dare giustizia, e per non incorrere in prescrizioni o altro”, dice l’avvocato Domenico Morace, che rappresenta la famiglia di uno dei minori coinvolti.
“I miei assistiti non hanno fretta di avere risarcimenti, vogliono arrivare a stabilire la verità che secondo noi è stata distorta”, le parole dell’avvocato Gianluca Tirelli.
Tra gli imputati, il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti che deve rispondere di abuso d’ufficio, l’assistente sociale Francesco Monopoli considerato il braccio destro di Anghinolfi, la psicoterapeuta Nadia Bolognini. Il processo è stato aggiornato al 16 dicembre.
La difesa degli imputati
Hanno dato battaglia nel corso della lunga udienza preliminare, iniziata a ottobre 2020 e terminata più di un anno dopo con le sentenze del rito abbreviato, e promettono di darla anche nel dibattimento. Centinaia e centinaia i testi che sfileranno, anche se con le testimonianze si comincerà tra diversi mesi. Molti testimoni saranno gli stessi per l’accusa e per le difese, e quindi verranno interrogati da entrambe le parti e poi sottoposti a controesame.
Claudio Foti, fondatore della Hansel&Gretel alla quale era stata affidata la gestione della psicoterapia cui sottoporre i minori, aveva scelto il rito abbreviato: 4 anni per lesioni per lui in primo grado lo scorso novembre, stesso giorno in cui venne assolta Beatrice Benati e vennero prosciolte Daniela Scrittore, Barbara Canei, Nadia Campani e Sarah Testa. La prima a decidere cosa fare fu Cinzia Magnarelli: l’assistente sociale patteggiò un anno e 8 mesi e molto probabilmente sarà tra i testi dell’accusa.
Nel servizio la voce di Roberto Trinchero, avvocato di Nadia Bolognini, e di Matteo Marchesini, che difende Valentina Ucchino,