REGGIO EMILIA – Il sostituto procuratore generale Massimiliano Rossi e il pubblico ministero della procura di Reggio, Valentina Salvi, hanno firmato 70 pagine per smontare la sentenza della Corte di Appello che lo scorso 6 giugno aveva assolto lo psicoterapeuta Claudio Foti, imputato nel processo “Angeli e demoni” sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza. I reati contestati erano abuso di ufficio, per l’affidamento del servizio di psicoterapia alla onlus dello stesso professionista e di lesioni psicologiche a un’adolescente.
Nel ricorso la procura sostiene che nell’assolvere Foti dall’accusa di concorso in abuso di ufficio per l’affidamento senza gara del servizio di psicoterapia della Val d’Enza, la Corte di Appello di Bologna non avrebbe considerato adeguatamente il contributo al sistema illecito da parte dello psicoterapeuta imputato. Per assolverlo, poi, dall’accusa di lesioni psicologiche a una sua paziente adolescente, la sentenza di appello – secondo il ricorso – si è fondata esclusivamente sulla lettura della consulenza tecnica depositata in fase di indagine e ha ignorato l’audizione dello stesso consulente nel processo in abbreviato. Foti in primo grado – lo ricordiamo – era stato condannato a 4 anni.
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