BIBBIANO (Reggio Emilia) – Dopo la lunga requisitoria del pm, sono in questi giorni in corso le arringhe difensive degli avvocati dei 14 imputati nel processo sui presunti affidi illeciti in val d’Enza. Tra i principali accusati c’è la psicoterapeuta Nadia Bolognini, per la quale la procura ha chiesto una condanna a 8 anni e 3 mesi.
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“Condannando Bolognini verrebbe condannata la psicoterapia, l’idea che possa esserci una cura per chi ha subito un trauma”. Per l’avvocato Luca Bauccio, condannare Nadia Bolognini equivarrebbe a condannare la scienza. La psicoterapeuta torinese è tra i 14 imputati del processo sui presunti affidi illeciti in val d’Enza. Uno dei profili principali, per la procura, che ha chiesto per lei una condanna a 8 anni e 3 mesi. Una richiesta abnorme, per il legale. “La media delle pene per chi abusa di un minore va da 4 a 8 anni”.
Bolognini invece, dice sempre l’avvocato, i bambini li cura. La psicoterapeuta è imputata, in concorso con altri, per lesioni, falsa perizia, violenza privata. La procura la accusa di aver impresso falsi ricordi nelle menti dei bambini sottoposti alla terapia del trauma nel centro La Cura di Bibbiano. “Abbiamo portato migliaia di pagine e pagine di studiosi che dicono che la psicologia del trauma si fa come la fa la Bolognini. Il pm ripete sempre ‘metodo Bibbiano’, ‘metodo Bolognini’. Mettiamo da parte questi slogan, eccitano la folla e umiliano la scienza. Quando un bambino ha comportamenti sessualizzati a 5 anni dobbiamo girarci dall’altra parte o dobbiamo capire? Non vuol dire mettere sotto accusa la famiglia, ma vuol dire che la società deve farsi carico di questa personalità. Non possiamo rinunciare all’idea della cura”.
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