BIBBIANO (Reggio Emilia) – “Il giudice alla fine dovrà stabilire se esistono davvero gli Angeli e i Demoni“. E per fare questo serve un giusto processo nel quale la difesa possa esercitare il suo diritto avendo a disposizione tutti gli atti, soprattutto quelli centrali per un’inchiesta tanto delicata. E’ un fiume in piena l’avvocato Oliviero Mazza che assieme a Rossella Ognibene difende Federica Anghinolfi, ex assistente sociale dell’Unione della Val d’Enza, principale imputata del processo Angeli e Demoni. Parla di “un pregiudizio diffuso ed effettivo” da parte dell’accusa.
Una partenza in salita per un processo che dunque già nella fasi preliminari registra la richiesta di nullità dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, della richiesta di rinvio a giudizio e di tutti gli atti conseguenti, compreso il decreto di fissazione dell’udienza preliminare con la restituzione del fascicolo al pubblico ministero.
Da gennaio i difensori si sono letti tutti i 18 faldoni, che custodiscono migliaia di pagine. Incrociando i documenti si sono resi conto della mancanza di prove considerate fondamentali perché, spiega Mazza a Tg Reggio, vi sono “elementi a discarico” che dunque racconterebbero una vicenda forse diversa da quella sempre sostenuta dalla Procura. Ma quali sono questi atti spariti? Intanto – spiega il legale – i venti verbali di assunzione a sommarie informazioni di altrettanti testimoni, tra cui il maresciallo Andrea Berci, ex comandante della caserma dei Carabinieri di Bibbiano, che aveva segnalato diversi casi di possibili abuso su minori e quindi, spiega la difesa, era obbligatoria l’azione dei servizi sociali. Manca il discusso disegno di una bambina “dell’organo genitale di un cavallo”, prova da cui tutto ha avuto origine. Nessun traccia, ricostruisce sempre Mazza, delle trascrizioni delle intercettazioni, i tabulati di 16 numeri di telefono. Poi i fascicoli dei servizi sociali sui minori coinvolti acquisiti dal pm Valentina Salvi solo dopo la richiesta della difesa in seguito alla conclusione delle indagini. Indagini che si chiudono a gennaio. Certo la pm di questo processo è magistrato di significativa esperienza, difficile dunque pensare ad una volontà precisa dietro questi enormi buchi negli atti. “Io parlo di fatti oggettivi”, risponde Mazza.
Il Gup Dario De Luca comunicherà la decisione nell’udienza del 17 dicembre. Se la richiesta dovesse cadere nel vuoto potrebbe comunque essere riproposta in futuri ricorsi, in una vicenda giudiziaria che è facile immaginare proseguirà fino al terzo grado di giudizio, in Cassazione.
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