REGGIO EMILIA – I loro bambini sono stati dati in affidamento ad altre famiglie. Provvedimenti presi dal Tribunale dei minori. Ma l’ipotesi dell’accusa è che quegli allontanamenti non siano stati decisi su elementi di verità. Alcuni di questi genitori erano in aula. Sui loro casi – una decina i minori coinvolti nell’inchiesta – c’è stato un vaglio civile da parte dei consulenti sempre del tribunale dei minori terminato col ritorno dei bambini alle famiglie d’origine. Ma è nel filone penale, cominciato adesso con i rinvii a giudizio, che verrà stabilito il se e il quanto del danno patito dai minori.
Un papà sostiene che le carte sulle quali era stato deciso l’allontanamento del figlio non siano vere: “Il disegno? Non è mai successo una cosa del genere in casa nostra”. “E’ una situazione talmente delicata e anomala che necessitava di un vaglio processuale – aggiunge l’avvocato di parte civile Gianluca Tirelli – Quando si tratta di sentenza nel dubbio si assolve, quando si tratta di rinvio a giudizio nel dubbio si rinvia, e questa è una vicenda troppo delicata”.
Un nonno ricorda la sensazione del giugno 2019, quando emerse l’inchiesta: “Potete immaginarvi…però si va avanti, spero che se c’è chi ha sbagliato, paghi. Siamo riusciti a riportare a casa la bambina”.
E poi c’era una mamma la cui vicenda non è parte del processo, ma “volevo esserci comunque”, ha detto. Suo figlio, oggi 10 anni, è stato dato in affidamento dal tribunale quasi 8 anni fa. “Adesso però lo vedo un po’ di più, per me è già qualcosa”.
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