REGGIO EMILIA – “Ho dedicato 40 anni della mia vita all’ascolto attento e rispettoso di bambini e di ragazzi”. Queste le prime dichiarazioni di Claudio Foti, il 70enne psicoterapeuta fondatore della onlus torinese Hansel & Gretel, condannato a 4 anni per abuso d’ufficio e lesioni.
Foti, secondo la sentenza di primo grado, avrebbe quindi provocato disturbi depressivi in una ragazzina all’epoca 17enne che sottopose a terapia tra 2016 e 2017, tramite domande definite “suggestive”. Decaduta invece l’ipotesi di reato relativa ai costi delle terapie, ritenuti dalla procura immotivatamente alti, della onlus torinese Hansel&Gretel.
“C’è stato uno scontro in questa aula che non doveva avvenire in ambito giudiziario, ma nell’accademia. Credo sia stata criminalizzata la psicoterapia del dramma”, ha aggiunto Foti. E il suo difensore Giuseppe Rossodivita: “La situazione ambientale in questo tribunale evidentemente è stata fortemente condizionata dal processo mediatico. Faremo appello. E se i tribunali di questa Repubblica non dovessero accertare l’assenza di responsabilità, andremo in Corte Europea dei diritti dell’uomo”. Aggiunge l’altro difensore Andrea Coffari: “Affianchiamo questo caso al caso di Enzo Tortora, che fu assolto in appello. E’ una sentenza che non sta in piedi dal punto di vista giuridico”.
Per Foti il pm Valentina Salvi, che non ha rilasciato dichiarazioni, aveva chiesto una pena di 6 anni. E di un anno e sei mesi per l’assistente sociale Beatrice Benati, assolta.
La procura riteneva che Benati, a giudizio per violenza privata, fosse erroneamente convinta che il compagno della madre di una minore in capo ai servizi sociali nutrisse un interesse sessuale verso la bambina e che per questo avesse spinto la donna a interrompere la relazione ventilando l’ipotesi di allontanare da casa la minore. Il giudice ha ritenuto che nulla di tutto questo sia accaduto. “La formula è di insussistenza del fatto, assoluzione con formula piena”, sottolinea l’avvocato Luigi Scarcella.
Andranno a processo 17 persone, tra le quali Federica Anghinolfi, Francesco Monopoli e Nadia Bolognini, le cui posizioni sono piuttosto corpose dal punto di vista dei capi d’imputazione. A processo anche il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, unicamente però per abuso d’ufficio, e cioè per l’ipotesi di aver affidato senza gara la terapia dei bambini vittime di abusi alla Hansel&Gretel. Su questo si soffermano i suoi legali, Giovanni Tarquini e Vittorio Manes: “Dai 4 iniziali capi d’imputazione, ne rimane uno – dicono gli avvocati – Si farà chiarezza in sede dibattimentale. Carletti ha sempre fatto per bene il proprio lavoro e ha sempre agito in buona fede”.
Prosciolti da tutti i capi d’imputazione, e quindi non andranno a processo, Nadia campani, Sarah Testa, Barbara Canei, Attilio Mattioli e Daniela Scrittore. Per quest’ultima, la soddisfazione dell’avvocato Liborio Cataliotti: “Aveva un ruolo importante, era la responsabile del tavolo provinciale per le politiche dell’infanzia. E’ stata prosciolta”.
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I verdetti
Sentenza con rito abbreviato
Foti Claudio, condannato a 4 anni per lesioni e abuso d’ufficio; decaduta la frode processuale “perché il fatto non costituisce reato” (la pm Salvi aveva chiesto 6 anni); Benati Beatrice, assolta “perché il fatto non sussiste” (la pm Salvi aveva chiesto un anno e 6 mesi).
Rinviati a giudizio
Anghinolfi Federica (prosciolta però per i capi 58 e 60)
Monopoli Francesco (prosciolto però per il capo 17)
Gibertini Sara (prosciolta però per il capo 58)
Veltri Marietta (prosciolta però per il capo 60)
Carletti Andrea (prosciolto però per i capi 86 e 86bis)
Colli Paolo (prosciolto però per i capi 86 e 86bis)
Scalabrini Annalisa
Bolognini Nadia
Bonaretti Imelda
Alfieri Federica
Ucchino Valentina
Murru Flaviana
Guidetti Katia
Masdea Maria Vittoria
Bassmaji Fadia
Bedogni Daniela
Prudente Cinzia
Non luogo a procedere per i reati loro ascritti
Campani Nadia
Testa Sarah
Canei Barbara
Mattioli Attilio
Scrittore Daniela
Il comunicato stampa della Procura
All’esito dell’udienza preliminare e dei giudizi abbreviati a carico di FOTI Claudio e di BENATI Beatrice, il Tribunale di Reggio Emilia – Ufficio GUP – accogliendo le richieste del Pubblico Ministero, hadisposto il rinvio a giudizio per 17 imputati e per complessivi 97 capi di imputazione.
In particolare:
✓ ha condannato FOTI Claudio alla pena di anni 4 di reclusione per il delitto di concorso in abuso d’ufficio e di lesioni personali dolose gravissime, senza la concessione delle attenuanti generiche. A FOTI è stata, inoltre, inflitta la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per la durata di anni 5 e la sospensione dall’esercizio della professione di psicologo e psicoterapeuta per la durata di anni 2 con contestuale prescrizione, a carico dell’imputato, di pubblicare a sue spese il dispositivo della sentenza di condanna per estratto sul Resto del Carlino. FOTI è stato invece assolto dal reato di frode processuale con la formula “perché il fatto non costituisce reato”;
✓ ha assolto BENATI Beatrice per violenza privata e tentata violenza privata con la formula “perché il fatto non sussiste”;
✓ ha, per il resto, accolto la richiesta del Pubblico Ministero di rinvio a giudizio di tutti gli imputati (complessivamente 17) ad eccezione di MATTIOLI Attilio, CAMPANI Nadia, CANEI Barbara, TESTA Sara e SCRITTORE Daniela le cui posizioni sono state definite con sentenza di non luogo a procedere (richiesta per la sola imputata CAMPANI, dalla stessa Procura). La prima udienza dibattimentale davanti al Tribunale in composizione collegiale è stata fissata per l’8.6.2022.
✓ su richiesta della stessa Procura, alla luce delle risultanze emerse in udienza preliminare, Federica ANGHINOLFI è stata assolta per due capi di imputazione venendo rinviata a giudizio per i restanti 64 oggetto della richiesta del Pubblico Ministero. Francesco MONOPOLI è stato assolto invece per un capo di imputazione (come richiesto dalla Procura) e rinviato a giudizio per i restanti 31 oggetto della richiesta del Pubblico Ministero. Per CARLETTI e COLLI è stato disposto il rinvio a giudizio per concorso in abuso d’ufficio ed entrambi invece sono stati assolti per il delitto di falso rispettivamente contestato.
I commenti e le reazioni
La posizione del sindaco di Bibbiano Carletti
Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, ma prosciolto dalle accuse di falso. E’ la decisione del Gup di Reggio Emilia, sugli affidi illeciti in Val d’Enza. Il processo, in pratica, dovrà verificare se sia stata commessa qualche illegittimità amministrativa nell’affidamento dell’appalto concernente il servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell’Unione dei Comuni. “La sua posizione – commenta l’avvocato Giovanni Tarquini – è stata ulteriormente alleggerita. Restiamo fermamente convinti che il sindaco Carletti ha sempre agito in totale buona fede, come contiamo di dimostrare in giudizio. Prendiamo atto – prosegue il difensore – del fatto che il
giudice ha ritenuto necessario disporre il rinvio a giudizio per l’incolpazione di abuso d’ufficio, ma soprattutto del fatto che Carletti è stato prosciolto dalle ulteriori contestazioni, ed in particolare dall’ipotizzato falso, ritenuto dal gup evidentemente mai commesso da parte del sindaco. In sostanza, la posizione del sindaco Carletti risulta ulteriormente alleggerita, ed il processo – per quel che lo riguarda – dovrà verificare non solo se sia stata commessa una qualche illegittimità amministrativa nell’affidamento dell’appalto concernete il servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell’Unione dei Comuni, quanto, soprattutto, a chi sia addebitabile l’eventuale illegittimità, cioè chi avesse concreta consapevolezza delle eventuali irregolarità, e chi invece abbia agito in buona fede”.
Daniela Scrittore, referente programmazione politiche famigliari e del welfare presso il Comune di Reggio Emilia
Così l’avvocato difensore Liborio Cataliotti: “Esprimo pieno compiacimento, come difensore e sul piano umano, per la pronuncia di proscioglimento di Daniela Scrittore dall’accusa di sviamento di indagine, che fa il paio con quella già ottenuta in fase di indagini dalla altrettanto infamante accusa di concorso in abuso di ufficio, ridando la debita dignità ad una professionista che ha sempre lavorato con onestà e professionalità per l’Amministrazione Comunale di Reggio Emilia e per la comunità di riferimento. L’interrogatorio da me chiesto dopo l’avviso di fine indagini e la successiva memoria difensiva ero sicuro che avrebbero permesso di chiarire definitivamente la posizione della mia assistita, eliminando le ombre che aveva gettato la sua prima audizione come persona informata sui fatti”.
Daniela Scrittore, il commento dell’Amministrazione comunale di Reggio
L’Amministrazione comunale di Reggio Emilia esprime la propria soddisfazione per il pronunciamento odierno che ha riguardato la dipendente Daniela Scrittore, prosciolta dalle ipotesi accusatorie che la riguardavano.
Abbiamo sempre avuto fiducia nel percorso autonomo della giustizia ma, conoscendo Daniela Scrittore, abbiamo sempre apprezzato la sua serietà personale e professionale convinti che la chiarezza della sua posizione progressivamente avrebbe trovato una sua definizione.
Gazzi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali, Cnoas: “Basta strumentalizzazioni”
A quasi due anni e mezzo dall’inchiesta che ha travolto la Val D’Enza, arriva la prima sentenza che assolve l’assistente sociale che aveva chiesto il rito abbreviato, condanna lo psicoterapeuta e rinvia a un primo giudizio, il cui dibattimento comincerà soltanto l’8 giugno 2022, gli altri 17 coinvolti nell’indagine.
Come Ordine degli assistenti sociali ci siamo costituiti parte civile contro eventuali colpevoli di reati, ma dalla primavera-estate 2019 abbiamo sempre respinto la criminalizzazione di una categoria di professionisti che mette al primo posto il benessere dei minorenni.
Le strumentalizzazioni politiche di allora, alcune delle quali dimenticate con il mutare delle alleanze, non hanno mai avuto a cuore la serenità di bambini e famiglie, naturali o affidatarie – continua – Hanno soltanto messo in forse la fiducia di rivolgersi ai servizi sociali in caso di difficoltà e l’istituto dell’affido familiare fondato su solidarietà e altruismo. Su Bibbiano aspetteremo il primo e poi gli altri gradi di giudizio sperando che la giustizia dia risposte alle troppe domande in tempi adeguati. Rispettiamo le sentenze, con la serenità e la consapevolezza che soltanto la collaborazione e la preparazione di tutte le persone coinvolte in decisioni gravi e difficili che toccano le persone più vulnerabili, i bambini, potrà cambiare le cose. Senza squadre speciali – conclude – nate e scomparse senza lasciare traccia.
Benedetta Fiorini (deputata Lega): “Chi restituirà serenità a queste famiglie?”
E’ stato condannato a quattro anni Claudio Foti, lo psicoterapeuta titolare del noto studio di cura torinese “Hansel&Gretel”, nel rito abbreviato per la vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza. Ma ora chi restituirà serenità a famiglie e bambini? Vicende strazianti, incivili e non degne di questo Paese che devono essere stigmatizzate. Ci siamo battuti affinché il caso venisse alla luce. Ora attendiamo lo sviluppo della restante parte dell’inchiesta affinché emerga tutta la verità.
Delmonte e Catellani (consiglieri regionali Lega): “La condanna di Foti e i rinvii a giudizio dimostrano l’esistenza del sistema Bibbiano”
“La condanna a 4 anni (con interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni e dalla professione per 2 anni) di Claudio Foti, presidente della onlus torinese “Hansel e Gretel”, che fu incaricata di fare la psicoterapia sui bambini di Bibbiano, e le 17 richieste di rinvio a giudizio dimostrano che la vicenda dell’inchiesta “Angeli e Demoni” sugli affidi illeciti in Val d’Enza non era propriamente un “raffreddore”, come lo aveva definito Giuliano Limonta, presidente della commissione tecnica regionale sui minori, introdotta dalla giunta Bonaccini dopo i fatti di Bibbiano, quanto un “sistema”. Così i consiglieri regionali reggiani della Lega, Gabriele Delmonte e Maura Catellani, commentano la sentenza emessa oggi dal giudice del tribunale di Reggio Emilia Dario De Luca, nell’ambito del processo legato all’inchiesta “Angeli e demoni”, iniziato il 30 ottobre di un anno fa.
“Il centrodestra rimane garantista, tuttavia nell’ambito di una tale massiccia contestazione di reati e di rinvii a giudizio non si puo’ tacere. Parlando di sistema o di caso non si strumentalizza nessuno, mentre è evidente che a strumentalizzare bambini e famiglie sia invece stato il sistema amministrativo di chi gestiva i servizi sociali e gli affidi sul territorio su cui ora, finalmente, farà luce il processo pubblico” concludono Delmonte e Catellani.