BIBBIANO (Reggio Emilia) – La pm Valentina Salvi ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per 21 imputati di “Angeli e Demoni”, che hanno scelto il rito ordinario, nell’udienza preliminare del processo sui presunti affidi illeciti di minori nella val d’Enza Reggiana. La rappresentante dell’accusa ha invece chiesto il proscioglimento per Nadia Campani, dirigente responsabile dell’ufficio di piano dell’Unione Val d’Enza. Non luogo a procedere anche, per un capo di imputazione, per Francesco Monopoli, assistente sociale, riguardo a un’ipotesi di abuso d’ufficio e per altri imputati per alcune ipotesi di falso.
Sono invece due gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato: lo psicoterapeuta Claudio Foti (titolare dello studio Hansel&Gretel, ritenuto dagli inquirenti figura chiave dell’indagine) e l’assistente sociale Beatrice Benati. Per loro le conclusioni dell’accusa ci saranno in un’udienza ad hoc, al termine delle tre date già calendarizzate per la fase preliminare per permettere al gup Dario De Luca di emettere un unico dispositivo, dopo la camera di consiglio.
Nella requisitoria di stamattina la pm Salvi ha riassunto le indagini sottolineando le ipotesi di gravi reati emersi supportati da testimonianze, chat e accertamenti peritali, soffermandosi sull’ex responsabile dei servizi sociali dell’Unione val d’Enza, sugli assistenti sociali, ma anche sulla politica.
Poi la palla è passata alle parti civili tra cui l’avvocato Elena Fabbri (per associazioni Gens Nova e Colibrì) e Uliana Casali dell’avvocatura dello Stato (per il Ministero di Grazia e Giustizia) che ha posto l’accento su una sorta di “malattia territoriale in quanto si dovrebbe potersi fidare degli assistenti sociali”. L’avvocato Domenico Morace, che difende come parte civile madre e figlio di una famiglia coinvolta, ha posto l’accento sulla “crudeltà delle condotte degli imputati e sulla loro strategia, appena avevano avuto sentore di essere indagati”.












