REGGIO EMILIA – Suscita perplessità la decisione della procura di Ancona, sulla base di una segnalazione della Procura di Reggio, di iscrivere nel registro degli indagati i difensori di Federica Anghinolfi, tra gli imputati nel processo sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza. L’avviso di chiusura delle indagini è stato notificato proprio mentre i due legali stanno tenendo le arringhe finali. Oggi in aula la protesta degli avvocati, che si sono alzati in piedi in segno di solidarietà con Rossella Ognibene e Oliviero Mazza.
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Sta facendo molto discutere, in ambito giudiziario e non solo, la decisione della procura di Ancona di indagare gli avvocati Rossella Ognibene e Oliviero Mazza, difensori di Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali e tra i principali imputati nel processo sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza, che si sta faticosamente avviando alla conclusione. L’ipotesi di reato, per loro, è di calunnia nei confronti del pubblico ministero di Reggio Emilia Valentina Salvi.
Dopo la levata di scudi da parte della Camera Penale di Reggio, è arrivata anche la presa di posizione dell’Ordine provinciale degli avvocati, che ha reso noto di aver aperto un fascicolo a difesa e tutela dei due indagati e che si attiverà in ogni modo e con ogni strumento per tutelare il diritto dovere di ogni avvocato ad assolvere la propria funzione.
“I due difensori hanno sollevato una eccezione su una questione tecnica e hanno utilizzato un’argomentazione ‘per assurdo’ per avvalorare la loro tesi – le parole a Tg Reggio del presidente della Camera penale di Reggio, Luigi Scarcella – Questa argomentazione ha comportato la loro incriminazione. E’ inammissibile che un avvocato, mentre esercita la propria funzione, possa rischiare un’incriminazione come accaduto. Oltretutto, l’avviso di chiusura indagini è giunto in un momento molto delicato di questo processo. Stigmatizziamo l’accaduto ed esprimiamo solidarietà ai colleghi. Oggi eravamo presenti in aula in toga”.
Sull’argomento è intervenuto anche il procuratore capo di Reggio Emilia, Gaetano Calogero Paci, che ha sottolineato di essersi limitato a segnalare alla procura competente, quella di Ancona appunto, alcune circostanze meritevoli di approfondimento, specificando anche di non aver iscritto nessuno nel registro di reato. “Ho formato un fascicolo di ‘atti relativi’ – le sue parole – affinché fosse la procura competente a valutare la rilevanza dei fatti rappresentati”.
In merito, il deputato di Forza Italia, Enrico Costa, ha fatto sapere via social di voler presentare un’interrogazione parlamentare al ministro Nordio.
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