REGGIO EMILIA – Quando nel 2018 si scoprì intercettata, Federica Anghinolfi cambiò di colpo atteggiamento nei confronti dei bambini collocati in affidamento per direttiva del suo ufficio. L’ex dirigente dei servizi sociali della val d’Enza, a processo con altri 16 imputati, ordinò ad esempio che venissero recapitati, e in fretta, i regali di Natale e le lettere che i genitori naturali avevano inviato ai figli allontanati, che fino a quel momento non erano stati consegnati. A sostenerlo è stato il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Milano, che ha proseguito in tribunale la sua deposizione come testimone della Procura.
Altro tema affrontato nella deposizione di Milano è stato quello degli intrecci tra la Onlus Hansel & Gretel e la Sie Srl da un lato, a cui l’Unione Comuni Val d’Enza aveva affidato il servizio di psicoterapia dei bambini che secondo le relazioni dei servizi sociali avevano subito abusi e l’associazione Rompere il silenzio dall’altro. La onlus e la Sie sono riconducibili allo psicoterapeuta Claudio Foti, condannato a quattro anni in primo grado, e alla moglie Nadia Bolognini attuale imputata. I coniugi compaiono anche in ‘Rompere il silenzio’.
Scopo dell’associazione era il cosiddetto ‘Piano comunità’: la creazione di un centro studi nazionale e due comunità per bambini vittime di abusi, di cui una a Bibbiano.
Un sogno che, per la Procura, sarebbe stato condiviso anche dal sindaco Andrea Carletti, oggi imputato per abuso d’ufficio. Al termine della deposizione ecco le dichiarazioni al nostro Tg del legale di Carletti: “Quello che emerge da queste prime testimonianze è la convinzione di fare delle cose buone, la perfetta buona fede!, le parole dell’avvocato Giovanni Tarquini.