SCANDIANO (Reggio Emilia) – Il ricorso della Procura generale d’Appello di Bologna contro l’assoluzione di Giuseppe Pagliani non è ammissibile. Il pronunciamento della Cassazione è arrivato ieri sera verso le 20 e scrive l’ultima parola su una vicenda giudiziaria che è parte della più vasta e complessa inchiesta Aemilia. Dopo l’assoluzione di Pagliani nel processo d’appello bis, nel dicembre 2020, l’allora procuratore generale della Corte d’Appello di Bologna Ignazio De Francisci e Beatrice Ronchi, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, avevano proposto ricorso. Ricorso che ieri la Cassazione ha rigettato, accogliendo le tesi difensive degli avvocati Alessandro Sivelli e Roberto Borgogno.
Dunque fa testo la sentenza del secondo processo d’appello, che ha assolto l’ex capogruppo del Pdl in Provincia dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per non aver commesso il fatto. Pagliani ha commentato il verdetto su Facebook: “L’inamissibilità dell’ultimo e inutile ricoso della procura in Corte di Cassazione è la firma manifesta di una persecuzione insensata che ha colpito me cercando di coinvolgere il centrodestra in una vicenda di mafia lontana da me anni luce”.
I guai di Pagliani cominciarono nel 2012, quando la Dda di Bologna documentò i suoi rapporti e i suoi incontri con esponenti di primissimo piano della cosca Grande Aracri, alcuni dei quali – come Nicolino Sarcone – già sotto processo per mafia. Arrestato il 28 gennaio 2015, fu assolto in primo grado e condannato a 4 anni in appello. Ma la Cassazione, accogliendo un ricorso della difesa, ordinò di rifare il processo, conclusosi poi con l’assoluzione.
Processo Aemilia, prosciolto definitivamente Giuseppe Pagliani. VIDEO
9 giugno 2022Il verdetto della Cassazione chiude la vicenda. Dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale dopo l’appello bis. L’avvocato: “Mi libero da un fardello folle e da un attacco personale e politico senza precedenti in questa provincia”