BOLOGNA – Carmine Sarcone, il più giovane dei tre fratelli considerati i reggenti in Emilia della cosca di ‘ndrangheta legata alla famiglia Grande Aracri di Cutro, è stato condannato oggi dalla Corte d’Apello di Bologna a 9 anni di reclusione.
Era imputato di associazione a delinquere di stampo mafioso in uno stralcio del processo Aemilia celebrato con rito autonomo, perché il suo arresto era avvenuto nel gennaio 2018, a dibattimento già iniziato. In primo grado per Carmine Sarcone la Dda aveva chiesto 18 anni e la condanna era stata di 10 anni.
Il 41enne è il fratello minore di Nicolino, luogotenente nel Reggiano del capoclan Nicolino Grande Aracri, e di Gianluigi Sarcone. Secondo i collaboratori giustizia Antonio Valerio, Giuseppe Giglio e Salvatore Muto, Carmine Sarcone avrebbe assunto, dopo l’arresto e la detenzione dei fratelli maggiori, il ruolo di “nuovo boss”.
La Corte d’Appello ha riconosciuto a Sarcone le attenuanti generiche, ma anche il vincolo della continuazione del reato.












