REGGIO EMILIA – Le prime indicazioni parlavano del 10 luglio, e quindi domani, invece questa mattina la pm Valentina Salvi ha rinunciato alle repliche e la corte si ritirata in camera di consiglio. Stiamo parlando del processo di primo grado sui presunti affidi illeciti in val d’Enza. La sentenza è attesa per le 17.30 di oggi pomeriggio.
Processo affidi, undici assoluzioni e tre condanne: crolla l’impianto accusatorio
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Sette ore di camera di consiglio annunciate, l’attesa finale di sei anni e una manciata di giorni. Era il 27 giugno 2019 quando scoppiava quella che sarebbe diventata ‘l’inchiesta Bibbiano’, nonostante fossero coinvolti i servizi sociali dell’Unione di tutti i comuni della val d’Enza. Ma tra gli indagati, per abuso d’ufficio, c’era l’allora sindaco del Pd Andrea Carletti, che divenne subito il volto da strumentalizzare politicamente. Al centro c’erano, e ci sono, presunti affidi illeciti decisi dai servizi sociali e dall’ex responsabile area minori Federica Anghinolfi, la principale imputata assieme all’assistente sociale Francesco Monopoli e alla psicoterapeuta Nadia Bolognini; ma l’indagine era stata usata soprattutto nei primi mesi durante la campagna elettorale delle regionali 2020. Ora ci siamo: questa mattina, durante l’ultima udienza, il pm Valentina Salvi ha rinunciato alle repliche. La corte presieduta da Sarah Iusto si è ritirata in camera di consiglio alle 11 annunciando il rientro in aula attorno alle 17.30. Sarà il primo punto messo dalla giustizia ad un’inchiesta molto dibattuta, anche se alcuni pronunciamenti in questi anni sono già arrivati: proscioglimenti e patteggiamenti; l’assoluzione in Appello e in Cassazione, dopo la condanna in primo grado, per lo psicoterapeuta Claudio Foti, che aveva scelto il rito abbreviato; l’uscita di scena di Carletti dopo l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. 14 gli imputati odierni, accusati di aver contribuito a vario titolo a irregolarità nel predisporre affidi per minori. Per tutti la pm, a inizio aprile, ha chiesto la condanna, per oltre 70 anni totali: da pochi mesi fino ai 15 anni per Anghinolfi. La requisitoria aveva preso lo spazio di sette udienze: una lunghezza ‘doverosa – aveva detto Salvi – per dare dignità alle parti offese, al lavoro della polizia giudiziaria, alle consulenti tecniche del pubblico ministero e ai testimoni’.
‘Siamo sereni – ha commentato questa mattina l’avvocato Luca Bauccio, difensore della psicoterapeuta Nadia Bolognini – Crediamo nella giustizia, questo processo è un processo alla scienza. Abbiamo dimostrato che tutto l’apparato probatorio si fonda sulla pretesa di giudicare la psicoterapia del trauma e la libertà di cura. Questo processo segnerà uno spartiacque e dopo la sentenza sapremo se è ancora lecito in Italia curare chi ha subito un trauma’.