REGGIO EMILIA – Quella di Nicolò Melli è una storia reggiana. E il Primo Tricolore consegnato a un figlio della città è un Primo Tricolore consegnato anche a chi, quel figlio, lo ha cresciuto: i genitori, gli insegnanti, i suoi allenatori. La mattinata di omaggio al 30enne cestista che dopo essere diventato una promessa nella sua Pallacanestro Reggiana ha spiccato il volo prima verso l’Europa, poi in Eurolega, poi ancora in Nba e con la fascia di capitano azzurro al braccio, culminata con la consegna del vessillo, è stata una festa di famiglia, come quando il giovane uomo che vive e lavora lontano torna a casa e il racconto di quello che fa, di come sta, del fatto che mangi a sufficienza e stia al caldo si mescola ai progetti, ai sogni, alle risate.

Primo Tricolore per Nicolò Melli, qui con la sua famiglia, il sindaco Vecchi e l’assessora Curioni
“In questa sala sono passati tutti i Presidenti della Repubblica, ma è anche la sala d’incontro con i cittadini. Oggi ne celebriamo uno molto noto”, ha detto il sindaco Luca Vecchi. Per la Federazione, Davide Giudici e il presidente regionale Antonio Galli, che ha sottolineato come la realtà giovanile reggiana della pallacanestro sia la seconda in Emilia-Romagna.
Nicolò Melli ha risposto ad alcune domande “di campo”: sul cammino nelle ultime settimane traballante di Milano in Eurolega a quello roboante in campionato; sulle potenzialità del gruppo azzurro, sul fatto di aver scelto di tornare in Italia dopo due anni in Nba: “Sono nel pieno – ha detto – Non volevo rischiare di fare panchina”. Ma è stato molto più Nicolò che Melli, nel rivolgersi ai ragazzi della 3C della media Da Vinci, la sua scuola media. “Mi sono posto un obiettivo e dopo non lo so, punto a Los Angeles 2028. Dopo ancora vedremo. Avendo vissuto il basket fin da piccolo ti direi che non rimarrò nel basket, ma potrebbe essere che cambi idea. A quel ragazzino col borsone di 20 anni fa dico: ecco, vedi, forse questo avresti potuto fare qualcosa di diverso, ma non sarei qui senza le scelte che ho fatto. E poi ho una famiglia stupenda, una figlia splendida. Ho ricevuto anche questo riconoscimento. Alla fine non è andata male”.
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