REGGIO EMILIA – E’ un Primo Maggio di sofferenza, senza piazza e senza pienone ai concerti, quello che stiamo vivendo quest’oggi. Una festa del lavoro senza il lavoro, con interi settori congelati dalla pandemia e lo spettro della cassa integrazione all’orizzonte.
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Le piazze e i palchi deserti, gli striscioni restano arrotolati. Quest’anno il primo maggio sarà virtuale. Il tradizionale comizio dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil diventa dibattito televisivo e anche il concertone di piazza San Giovanni si trasformerà in show mediatico con testimonianze e musica live.
Insomma, una Festa del Lavoro senza cortei nelle città, piena di dubbi e paure per un lavoro che ora non c’è. L’epidemia ha bloccato le tradizionali manifestazioni ma soprattutto rischia di affossare l’occupazione. Si temono le crisi che verranno mentre non si sono ancora risolte le vecchie. Sicurezza e lavoro sono i due temi di questo Primo Maggio virtuale. Un mondo del lavoro che dovrà sapersi rivedere in tanti aspetti.
“C’è un tema di cultura del lavoro sicuro su cui continuare a spingere. E’ prima di tutto la testa degli imprenditori, dei lavoratrici e dei lavoratori”, dice William Ballotta, segretario di Cisl Emilia Centrale.
L’Istat ha annunciato un calo del 4,7 per cento del Pil italiano nel primo trimestre, interessato solo parzialmente dal blocco per il coronavirus. Mai dal 1995 si era registrato un calo tanto vistoso. E poi resta sempre d’attaualità, purtroppo, il tema degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche. “Nel 2019 sono stati denunciati in provincia di Reggio ben 11mila infortuni sul lavoro, e furono 5 gli infortuni mortali. Ad oggi nell’anno in corso 4 nonostante la chiusura parziale”, chiosa Divo Pioli del servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Ausl.
Il messaggio di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil
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