CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Il 17 maggio 1931 veniva inaugurato l’ospedale intitolato al principe Umberto, una struttura fortemente voluta dal medico chirurgo Pasquale Marconi che dalla Congregazione Locale di Carità aveva avuto in uso a tempo illimitato due edifici dove era immagazzinato materiale ospedaliero donato dalla Croce Rossa americana alla fine della Grande Guerra.
Il dott. Marconi si dedicò con passione a far crescere questo fondamentale presidio sanitario della montagna. Nel 1934 inaugurò un nuovo padiglione, il sanatorio, per ospitare malati di tubercolosi che avrebbero potuto giovarsi dell’aria salubre dell’Appennino. La seconda guerra mondiale sconvolse questa realtà: all’alba del 5 luglio 1944 un bombardamento alleato, che aveva come obiettivo la gendarmeria tedesca insediata nell’antico palazzo ducale di Castelnovo Monti, colpì anche l’ospedale che fu semidistrutto e paralizzato nella sua attività. Rimase intatta solo la cappella, trasformata in ambulatorio.
Nel frattempo, Marconi era stato arrestato per aver denunciato l’eccidio nazifascista di Cervarolo. Uscito dal carcere dopo due mesi e mezzo, si era unito alle formazioni partigiane della montagna diventandone vice-commissario generale. Dopo la Liberazione, eletto deputato per la Democrazia Cristiana, impiegò di nuovo le sue energie nella ricostruzione dell’ospedale con una nuova inaugurazione nel 1950 e l’intitolazione a Sant’Anna.
Il 23 dicembre 1975, dopo la morte di Marconi avvenuta nel 1972, un’altra svolta: la casa di cura Sant’Anna fu acquisita dall’ente ospedaliero Santa Maria Nuova, entrando a far parte della rete ospedaliera pubblica. Il resto è storia più recente, con la creazione di moderne sale operatorie, di postazioni di terapia intensiva, di vari servizi, fra cui un’apprezzata riabilitazione cardiologica, fino all’acceso dibattito dei giorni nostri sulla chiusura del punto nascite.
Gian Piero Del Monte
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