REGGIO EMILIA – Sarà un autunno rovente e di lacrime e sangue per i consumatori. I costi alle stelle dell’energia attanagliano anche le imprese, tra le quali il settore della grande distribuzione. Partiamo dalle riflessioni del reggiano Marco Pedroni, presidente di Coop Italia.
“E’ una situazione difficile e complessa – dice – sarà un autunno con molti rischi per le famiglie e per le imprese. La crisi energetica e gli aumenti riguardanti le materie prime stanno premendo sul potere d’acquisto delle famiglie.” Il presidente di Coop Italia e dell’Associazione nazionale delle cooperative di consumatori è reduce da una giornata simbolica ma unitaria: il 31 agosto commercianti e punti vendita della grande distribuzione hanno abbassato le luci per 15 minuti in tutta Italia.
La grande distribuzione lamenta il fatto di non essere considerata settore ‘energivoro’ nonostante il forte utilizzo di energia e ha registrato, dal 2019 a oggi, un aumento dei costi da 1,5 miliardi a quasi 6 miliardi all’anno. Non è esente, quindi, dal tema del salasso del caro-bollette. Dall’altra parte ci sono i consumatori, alle prese anche con una nuova fiammata dell’inflazione.
“Il nostro osservatorio – spiega Pedroni – ci dice che già sono in atto molti comportamenti da parte delle persone per tutelare il loro potere d’acquisto, spendere meno. Come Coop abbiamo messo in campo un’azione importante che consiste in un forte sviluppo dei nostri prodotti a marchio Coop, che sono di qualità, non hanno nulla da invidiare alle migliori marche e hanno un prezzo nettamente inferiore. Questa è la nostra risposta per stare vicino alle famiglie e difendere il loro potere d’acquisto. Poi – aggiunge – c’è l’incognita delle elezioni. Speriamo si dia stabilità al lavoro svolto dal governo Draghi. Sarebbe una follia scegliere altre strade. C’è bisogno di continuare a fare interventi straordinari a favore delle famiglie e delle imprese”.
D’accordo col considerare inevitabili gli aumenti dei prezzi è il presidente di Federalimentari, il reggiano Ivano Vacondio, al timone della Federazione italiana dell’industria alimentare dal gennaio 2019. “Non solo la grande distribuzione – dice -, anche noi abbiamo bisogno che i consumi non calino e anche noi abbiamo l’obiettivo di tutelare il consumatore”.
Le previsioni però, come dicevamo, sono oggettivamente fosche e i nodi sono arrivati al pettine. Vacondio aveva lanciato l’allarme già un anno fa: “L’aumento dei prezzi dei prodotti sarà inevitabile, pena la chiusura di tante nostre imprese” aveva detto a ottobre 2021, stante, in quel caso, l’aumento dei prezzi delle materie prime. “Ora c’è da fare i conti maggiormente – spiega Vacondio – con l’esplosione dei costi dei trasporti”
Costi, quelli per il trasporto, che incidono moltissimo in un Paese come l’Italia che importa il 50% delle materie prime per realizzare i propri prodotti. “Siamo un Paese debole perché importiamo moltissime materie prime – le parole del numero di Federalimentari -, per questo non sarà facile risolvere questo enigma, sono molto preoccpato”.
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