REGGIO EMILIA – Torniamo a parlare di sicurezza idraulica. Un coinvolgimento maggiore del volontariato è determinante nel prevenire le alluvioni. La pensa così il direttore di Aipo, Gianluca Zanichelli: “L’attività numero uno è tenere in ordine le arginature e tutte le strutture artificiali. Difficilmente, invece, riusciamo a intervenire coi fondi che abbiamo sulle parti naturali”.
Il disastro della Romagna verrà ricordato, tra le altre cose, per la forte risposta da parte di persone che, in molti casi autonomamente, si sono unite alle attività per riportare al più presto alla normalità le zone alluvionate. Si sono mossi in così tanti che in alcuni casi, vedi l’invito della prefettura di Ravenna, è stato chiesto di restare a casa per evitare ostacoli al lavoro della Protezione civile. Ma c’è un compito che d’anticipo, per prevenire le esondazioni, il volontariato può svolgere: la pulizia degli alvei dei corsi d’acqua. “Questa azione, se i gruppi di volontariato lo vogliono fare, magari coordinati dai rispettivi Comuni, noi siamo ben felici”, ha aggiunto.
Per la voce di spesa riferita alla pulizia di infrastrutture e rive, l’agenzia Aipo si trova a fare i conti con trasferimenti statali i cui importi sono rimasti fermi all’anno 2000: “Nel frattempo, ci sono stati notevoli aumenti dei prezzi e sono anche state realizzate molte più opere, quindi per noi diventa sempre più difficile”.
Altrettanto preziosa la cittadinanza attiva lo è anche in concomitanza delle piene: “Importante avere personale formato che faccia vigilanza sulle arginature, ha concluso Zanichelli”.
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