GUASTALLA (Reggio Emilia) – Trenta professionisti hanno lavorato dalle 6.30 del mattino alle 19. Per 13 ore si sono alternati, a seconda delle proprie competenze e delle fasi dell’intervento, per rendere onore al dono grande di una famiglia di Guastalla che aveva appena perso una persona cara, una donna di 68 anni. L’eccezionalità dell’intervento, eseguito il 2 novembre, è consistita nel fatto che il trapianto multiorgano è stato eseguito a cuore fermo: il muscolo cardiaco della donatrice si era fermato, per poterle prelevare fegato e cornee è stato necessario utilizzare l’Ecmo, l’Extra corporeal membrane oxygenation, un’apparecchiatura che consente la circolazione sanguigna extracorporea che, a sua volta, consente che gli organi siano ossigenati: manternerli vivi è naturalmente indispensabile per l’espianto e il conseguente reimpianto.

Un intervento di questo tipo era stato eseguito solo altre sei volte nel territorio reggiano, la prima delle quali nel 2019, e mai prima d’ora all’Ospedale Civile di Guastalla. Medici, infermieri e tecnici dell’Ausl di Reggio hanno lavorato con colleghi professionisti del Bufalini di Cesena e dell’azienda ospedaliero-universitaria di Bologna, quest’ultimo team arrivato per occuparsi delle ultime fasi, quelle precedenti al reimpianto sul ricevente. Solitamente un trapianto si esegue a ‘cuore battente’, con il donatore in uno stato di morte cerebrale. La referente reggiana per le donazioni di organi e tessuti, la dottoressa Uliana Ferrari, ha detto che “non avremmo mai pensato di arrivare a eseguire questa procedura all’ospedale di Guastalla, ma ci siamo riusciti ed è una soddisfazione. A riprova che non si è mai troppo piccoli per fare la differenza. Tutti i professionisti coinvolti hanno messo enorme impegno e attenzione: quello che ci muove è la grande motivazione, c’è il pensiero di contribuire, con il nostro operato, a dare nuova speranza”.
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