REGGIO EMILIA – Alle voci che si sono levate nei giorni scorsi per mettere in discussione lo strumento delle interdittive antimafia risponde il prefetto Maria Rita Cocciufa, precisando i criteri da cui sono motivate.
“Io rappresento lo Stato, l’istituzione che ha il compito primario di fare prevenzione. Le interdittive sono uno strumento importantissimo, basta leggerne una, non sono solo legate a delle parentele”. Non è solo l’avere un parente compromesso a far scattare misure contro il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata in un’azienda, avverte il Prefetto. E comunque, c’è modo di far ricorso. “Chi ha qualcosa da dire, ha strumenti giuridici di impugnativa da mettere in campo”.
Se 61 interdittive sono state emesse l’anno scorso e una decina già nei primi due mesi del 2024, è perché sono venuti dal territorio segnali preoccupanti di inquinamento della legalità, da contrastare anche con atti amministrativi di prevenzione. “Mi sento assolutamente serena, soprattutto consapevole della responsabilità che ho per cercare di salvaguardare questo tessuto sociale ed economico che rimane fondamentalmente sano. Ma purtroppo, anche le ultime inchieste, soprattutto le ultime operazioni di procura, carabinieri e guardia di finanza, hanno messo in evidenza delle situazioni che speriamo non siano diventate assolutamente strutturali”.
Gian Piero Del Monte
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