REGGIO EMILIA – Da un lato individuare percorsi per i ragazzi che arrivano sul nostro territorio come minori non accompagnati e diventano poi maggiorenni e dall’altro lato aumentare la sicurezza nella zona della stazione con misure anche strutturali. Su questi due punti si concentrerà il lavoro della prefettura dopo l’omicidio avvenuto mercoledì notte.
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“Questi giovani che arrivano da minori non accompagnati entrano nei progetti che ci sono tramite i servizi d’intensa con i Comuni, è chiaro che c’è un dopo e su questo ci concentreremo nelle prossime settimane”. Così la prefetta Maria Rita Cocciufa.
Mohamed Alì Thabet, ucciso con una coltellata la notte tra martedì e mercoledì in stazione a Reggio, era arrivato sul nostro territorio da minorenne non accompagnato e non era stato lasciato solo. Ma dopo aver compiuto i 18 anni il percorso per lui è terminato e si è ritrovato a dormire per strada. Come lui anche tanti altri ragazzi. Il nuovo prefetto Maria Rita Cocciufa, insieme all’amministrazione, al privato sociale e al volontariato, cercherà di capire come poter proseguire con questi giovani un lavoro che eviti loro di finire in mani sbagliate.
“Abbiamo un organismo che si chiama consiglio territoriale per l’immigrazione, dove si tratta il tema a 360 gradi, lavoreremo in questo senso con i ragazzi che si fanno agganciare, perchè purtroppo non tutti lo fanno”.
Allo stesso tempo la Prefettura lavorerà sul tema della sicurezza in zona stazione, coinvolgendo anche Rfi, Trenitalia e Fer per adottare misure strutturali.
“C’è già un dispositivo di vigilanza importante, ma nelle ore notturne la struttura è valicabile, vediamo come poter dotarla di ulteriori misure di difesa, proseguiranno poi per tutto giugno sicuramente i servizi che vedono impegnate le forze di polizia e cercheremo di implemetarli con servizi a più ampio raggio”.
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