REGGIO EMILIA – Si può andare in pensione da se stessi? “Per chi è uomo o donna delle istituzioni, non si va in pensione”. Antonella De Miro dice che avrà più tempo per la famiglia, per leggere, per cucinare: ma cuore e testa non si possono cambiare. “Ho avuto il privilegio di vivere la storia”.
Quarant’anni passati al servizio delle Stato di cui cinque, dal 2009 al 2014, come prefetto di Reggio Emilia, trasformandosi in un simbolo: quello della lotta alla ‘ndrangheta a colpi di strumenti preventivi e non repressivi, le interdittive antimafia. Diventando bersaglio mediatico degli uomini della cosca, mettendosi a rischio in prima persona: “Senza Reggio Emilia non ci sarebbe stata Palermo”, dice, l’ultima prestigiosa prefettura che ha retto, nella sua Sicilia. “Reggio è stato un pezzo fondamentale della mia carriera”.
Mentre finisce di inscatolare vita e ricordi nel suo ufficio, gioisce per la nomina di Dino Petralia, toga antimafia, a nuovo capo delle carceri italiane in un periodo in cui piovono richieste dai boss di uscire dalle celle per la paura del contagio: “La mafia non deve fare paura quando compie gesti eclatanti, ma quando è silenziosa come un virus”. E contro entrambi i virus De Miro, che di quest’ultima grande emergenza ha vissuto la “fase uno”, auspica sostegno alle partite Iva, ai commercianti, ai precari.
Ricorda tutto però, non solo la lotta alle infiltrazioni ‘ndranghetistiche. Perché negli anni il prefetto, dice, è uscito dal suo ufficio per fare squadra: gli obiettivi hanno preso il posto degli atti, la chiusura è diventata dialogo coi cittadini e operatività nell’emergenza. Le immagini raccontano mesi e mesi di lavoro, come quelli in occasione del terremoto del 2012. De Miro facendo il trasloco ha ritrovato una foto: “Mi ritrae col caschetto protettivo, per le strade terremotate di Luzzara… Mi sono commossa”. Il suo motto l’ha messo come stato di Whatsapp: “La servitù in molti casi non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi”, perché “credo nella libertà, altrimenti non avrei potuto servire le istituzioni a tutela dei diritti dei cittadini, e la libertà è il diritto più importante”.
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