REGGIO EMILIA – Una indagine diffusa dalla Cna di Reggio nei giorni scorsi ha fatto emergere come 9 imprese artigiane su 10 del nostro territorio fatichino a trovare personale e non riescono ad attrarre apprendisti. In studio a Il Graffio è stata proposta la testimonianza di un giovane lavoratore precario, che ha replicato alle accuse secondo cui i giovani avrebbero poca voglia di lavorare e poca predisposizione al sacrificio.
“Siamo una generazione di precari – le sue parole – Come fa un giovane di 25 anni a uscire di casa con 1.200 euro al mese tra affitti che o non si trovano oppure costano tantissimo e senza possibilità di creare il futuro. Io mi sacrifico volentieri se vedo la possibilità di poter accendere un mutuo, costruire una famiglia, cose così. A me è stato proposto un contratto a 5,20 euro lordi l’ora, nel settore della vigilanza, per lavorare tutte le sere, fine settimana compresi. Ho rifiutato: 5,20 euro lordi l’ora? Cosa sono, lo schiavo? Vado al pub e con un’ora di lavoro ci pago una Coca Cola…”.
Emanuele Cotti ha 23 anni, è reggiano, studente in biologia e ha svolto negli ultimi anni diverse mansioni precarie nel settore della ristorazione, del commercio, della manodopera.
Reggio Emilia Giovani e Lavoro precariato "Il graffio"