REGGIO EMILIA – Questa mattina a Pratofontana parenti e amici hanno detto addio a Donatella Chiossi, scomparsa a 65 anni dopo aver convissuto per quasi 20 con la Sla. A officiare la mesa il parroco Don Daniele Simonazzi, che ha ricordato le battaglie di Donatella ma ha anche lanciato una critica alla chiesa per la vicenda di Piergiorgio Welby.
Un addio intenso, come è stato il tempo trascorso accanto a Donatella per chi l’ha conosciuta, denso di dolore, lacrime e ricordi. Sotto il tendone accanto alla chiesa di Pratofontana si sono ritrovati in tanti gli amici di una vita, della Figc e dell’Unità, gli ex colleghi, mentre la mamma Romana e il marito Stefano, entrambi accanto a “Dona” fino alla fine, cercavano di trovare una consolazione nelle parole del sacerdote.
Pedagogista e insegnante di scuola elementare, aveva 65 anni. Da quasi 20 conviveva con la Sla, la malattia terribile che l’aveva costretta immobile in un letto ma le aveva lasciato le sue idee. E allora sono state ricordate le sue tante battaglie, per l’autodeterminazione delle persone non autosufficienti. E’ stata ricordata la sua passione per la vita: “E’ forte come la morte, l’amore, non perché lei ha continuato a vivere – le parole di don Simonazzi – ma perché abbiamo conosciuto una persona che ha amato e che è stata amata. Negli ultimi anni Donatella mi concedeva udienza, ci confrontavamo e non sempre eravamo d’accordo.
Il parroco ha poi voluto pregare per tutte le persone affette dalla stessa malattia e per Piergiorgio Welby in particolare: “Vorrei che questa liturgia – ha detto – fosse anche di riparazione per quello che è stato fatto a Welby, che ha gettato un velo di vergogna sulle comunità cristiane”.
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