La povertà estrema rimane un problema piuttosto diffuso nel mondo e dovuto a molteplici cause. Secondo l’edizione 2024 dell’indice globale MPI (Multidimensional Poverty Index) del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, che misura la povertà non solo in base al reddito ma anche ad altri fattori come la salute, l’istruzione e la qualità della vita, 1,1 miliardi di persone vivono in povertà multidimensionale, di cui 455 milioni in Paesi esposti a conflitti violenti.
In particolare, 584 milioni di poveri sono bambini sotto i 18 anni d’età, con il 27,9% dei bambini che vive in povertà estrema a livello globale. La stragrande maggioranza delle persone povere si trova in Africa subsahariana e in Asia Meridionale (83,2%).
Tra i Paesi con il numero maggiore di persone in condizione di povertà estrema ci sono infatti l’India (234 milioni di persone), il Pakistan (93 milioni), l’Etiopia (86 milioni), la Nigeria (74 milioni) e la Repubblica Democratica del Congo (66 milioni).
Gli effetti della povertà estrema sui bambini
Questa condizione determina conseguenze importanti per i più piccoli, che vanno dalla malnutrizione, provocata dalla povertà alimentare, all’analfabetismo che spesso si accompagna a una mancata scolarizzazione.
Tra le principali conseguenze della povertà estrema per i bambini si annovera anche il lavoro minorile, una condizione in cui si ritrovano soprattutto i minori sprovvisti di un’adeguata protezione sociale. Nel dettaglio, il numero di bambini in un’età compresa tra i 5 e i 17 anni costretti a lavorare ha raggiunto i 160 milioni nel mondo. Di questi, sono circa 79 milioni quelli coinvolti in attività considerate in grado di mettere a rischio loro incolumità.
Come invertire questa tendenza, dunque? Senza dubbio, è necessario innanzitutto individuare le cause che concorrono a determinare il fenomeno nei vari Paesi del Sud del Mondo in cui si manifesta.
Le principali cause della povertà nel mondo
Spesso le cause della povertà sono molteplici, e questo rende particolarmente difficile contrastare questa condizione.
Le condizioni ambientali sfavorevoli sono tra le cause principali della povertà nel mondo. Vivere in aree particolarmente colpite da fenomeni estremi e dalle cause del cambiamento climatico, infatti, rende difficile l’accesso ai beni primari per la sopravvivenza per milioni di persone.
Un altro fattore è senz’altro da rintracciare nella presenza di guerre e conflitti, che spesso portano le persone ad abbandonare il luogo in cui vivono per cercare rifugio altrove. Non a caso, secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo quasi la metà delle persone che vivono in condizione di povertà estrema si trova in zone dove avvengono conflitti violenti.
Anche un eccessivo sfruttamento dell’ambiente da parte di aziende o governi può favorire un livello elevato di povertà, in quanto si riducono le risorse disponibili in modo spesso irrimediabile, compromettendo la capacità delle persone che vivono in queste aree di avere adeguati mezzi di sussistenza. Lo stesso vale per l’espansione demografica eccessiva, soprattutto quando questo avviene in Paesi che non hanno le risorse per assicurare a una popolazione che cresce rapidamente ciò di cui ha bisogno in termini di cibo, acqua potabile, abitazioni e medicinali.
Infine, tra le altre cause che possono concorrere a determinare la povertà nel mondo è possibile annoverare la distribuzione disomogenea delle risorse, l’esistenza di condizioni di dipendenza e sfruttamento, la violazione dei diritti umani fondamentali, l’esclusione sociale, la discriminazione e la disuguaglianza.
Come contrastare la povertà nel mondo
L’Obiettivo 1 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile stabilisce la necessità di porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo.
Tra i traguardi ambiziosi da raggiungere ci sono lo sradicamento della povertà estrema entro il 2030, misurata sulla base di una soglia periodicamente aggiornata dalla Banca Mondiale, il dimezzamento del numero di persone di ogni età che vive in qualsiasi forma di povertà e l’implementazione a livello nazionale di sistemi di protezione sociale e misure di sicurezza per le persone povere e vulnerabili.
Per ottenere dei risultati concreti è fondamentale intervenire su più fronti, favorendo innanzitutto una ridistribuzione equa delle risorse, garantendo un accesso adeguato anche ai Paesi del Sud del Mondo. Bisogna inoltre impegnarsi per assicurare l’accesso all’istruzione a tutta la popolazione mondiale, ad esempio finanziando la costruzione di scuole accessibili e vicine alle comunità.
Allo stesso tempo, è importante supportare i Paesi del Sud del mondo affinché diventino sempre più autosufficienti, in grado di produrre benessere e ricchezza in maniera autonoma e garantire alla popolazione un adeguato accesso alle risorse e ai servizi. In modo analogo, è indispensabile raggiungere la piena parità di genere, così che le donne abbiano un ruolo nella società e ottengano l’indipendenza economica.
Si tratta di obiettivi per cui si impegnano costantemente, da decenni, le Organizzazioni internazionali indipendenti come ActionAid, che attraverso i programmi di adozione a distanza garantisce cibo, acqua, cure mediche e istruzione a migliaia di bambini nei Paesi del Sud del Mondo. Naturalmente, per raggiungere risultati concreti per queste realtà è fondamentale il coinvolgimento delle persone, perché ognuno può fare la sua parte e contrastare la povertà nel mondo con gli strumenti a propria disposizione.
Parallelamente all’impegno delle Organizzazioni internazionali indipendenti, rimane altrettanto determinante quello delle Istituzioni, al fine di adottare politiche economiche sostenibili slegate dalla mera logica del profitto.