BOLOGNA – Come si misura la povertà? Un indice fondamentale è la spesa mensile delle famiglie. Un importo diminuito del 3,4% in tutta la Regione e anche nella nostra provincia, secondo la rilevazione Istat del 2023, l’ultima a disposizione. Di più, quindi, del calo nazionale, che si attesta sul -1,5%.
In Emilia-Romagna 140mila famiglie sono ritenute ‘in povertà relativa’: il 6,8% dei nuclei, un numero più che raddoppiato rispetto al 2019. Per la prima volta la Regione ha scelto di prevedere una delega specifica al contrasto delle povertà, in capo all’assessore Elena Mazzoni, che pone anche l’accento sull’abolizione, entrata in vigore a gennaio, del reddito di cittadinanza, misura sostituita dall’assegno di inclusione che però è destinata ad una platea più ridotta di persone. “A Reggio da un giorno all’altro 1700 famiglie sono rimaste senza sostegno”, dice Mazzoni.
Per determinare le reali condizioni di povertà il dato dei consumi è riduttivo: occorre considerare le condizioni abitative, sociali e culturali in cui versano i nuclei famigliari e incrociare i numeri con l’inflazione, il caro bollette e il caro affitti. Oltre al progetto regionale InTegra di inclusione sociale che a breve verrà finanziato con altri 860mila euro e a progetti territoriali – a Reggio ad esempio verranno destinati quasi 300mila euro per potenziare gli sportelli per il sovraindebitamento e il micro credito – l’Emilia Romagna sta predisponendo uno studio utile a mettere in campo azioni più specifiche: “Servono – dice Mazzoni – strumenti di monitoraggio più tempestivi che possano fotografare in tempo reale la situazione delle fragilità”.
4 Contrasto alla povertà Assessora Elena Mazzoni Le azioni della Regione Calo consumi del 3