REGGIO EMILIA – I clienti di Poste Italiane, come abbiamo visto nei giorni scorsi, sono spesso costretti a lunghe code. In compenso i conti dell’azienda vanno a gonfie vele.
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I servizi realizzati in questi giorni da TG Reggio all’esterno degli uffici postali di viale Timavo, di piazzale Marconi e del Tribunale hanno documentato le lunghe attese che i reggiani devono sobbarcarsi ogni volta che devono ritirare un pacco o spedire una raccomandata. Il mese di dicembre è un mese particolare e probabilmente questo elemento incide sui tempi di attesa, ma la situazione è ormai cronica, in città come in provincia, negli orari di punta e in quelli teoricamente meno affollati.
Nella valutazione di questo fenomeno bisogna tenere presente che Poste Italiane è oggi una conglomerata finanziaria, controllata da Ministero delle Finanze e Cassa depositi e prestiti e quotata in Borsa. Il valore delle attività finanziarie è di 536 miliardi. L’anno scorso il gruppo ha superato gli 11 miliardi di ricavi e ha registrato profitti netti per 1,3 miliardi di euro. Agli azionisti sono stati distribuiti più di 600 milioni di dividendi. Il gruppo è articolato in quattro unità operative e la più importante non è quella che si occupa di corrispondenza, pacchi e distribuzione, ma l’unità dei servizi finanziari. Attraverso BancoPosta e il portafoglio di fondi d’investimento, Poste Italiane fa quasi la metà dei ricavi. Dall’attività postale tradizionale, che ancora 10 anni fa garantiva il 48% dei volumi, deriva ormai meno di un terzo dei ricavi.
Delle quattro unità operative, quella della corrispondenza è l’unica in perdita, mentre le altre, compresi i servizi di pagamento e quelli assicurativi, garantiscono al gruppo notevoli profitti. Nell’ultimo decennio gli organici sono progressivamente diminuiti di circa 20mila unità, da 150mila a 130mila dipendenti.












