CASINA (Reggio Emilia) – L’istituzione della commissione, il 31 marzo, fu l’ultimo atto dell’ex prefetto Iolanda Rolli. La sua proroga di altri tre mesi, a fine giugno, fu una delle primissime azioni dell’attuale prefetto Maria Rita Cocciufa. Oggi scadono i sei mesi di tempo che la commissione di indagine ha utilizzato per verificare che nel Comune di Casina sussistano o meno tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata o collegamenti con essa.
Il gruppo di lavoro di composizione mista, composto da funzionari della prefettura e investigatori delle forze dell’ordine, ora consegnerà a Maria Rita Cocciufa la relazione contenente gli elementi emersi visionando documenti che raccontano di anni di vita pubblica del comune collinare e analizzando anche le risultanze di indagini su gruppi criminali eventualmente presenti sul territorio, ed esprimendo al prefetto un parere su come procedere: se, cioè, archiviare la vicenda, oppure se proporre al Ministero degli Interni lo scioglimento del comune. A sua volta il prefetto, convocato il comitato ordine e sicurezza pubblica ed eventualmente anche il procuratore capo, deciderà cosa proporre al Ministero entro i prossimi 45 giorni. Il Viminale infine sceglierà se sottoporre al Consiglio dei ministri l’eventuale proposta di scioglimento. Se si arrivasse a questo, sarebbe il Presidente della Repubblica, con decreto, a emanare il commissariamento del comune. Quello che successe – prima volta in Emilia-Romagna – sempre nella nostra provincia, a Brescello, nell’aprile del 2016.
La decisione dell’istituzione della commissione prese le mosse dal caso dell’assessore ai lavori Pubblici Tommaso Manfreda, poi dimessosi. Imprenditore edile, Manfreda nello scorso dicembre si era visto negare dalla Prefettura l’iscrizione della sua ditta di costruzioni alla White List antimafia. A pesare erano state le parentele e i rapporti economici di Manfreda con ‘persone non immuni dal rischio di condizionamento da parte della criminalità organizzata’, si legge nelle carte. Il Tar aveva respinto il ricorso dell’imprenditore. Negli ultimi giorni i giudici del Tribunale delle misure di Bologna hanno stabilito che la Manfreda Costruzioni possa ricominciare a lavorare sotto il controllo, per 18 mesi, di un amministratore giudiziario.
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