REGGIO EMILIA – Nella lettera giunta nel pomeriggio di lunedì alle varie redazioni giornalistiche locali, nella quale il gruppo Max Mara ha reso noto di rinunciare in modo “irrevocabile” al Polo della Moda e all’acquisto dell’area delle ex Fiere, Luigi Maramotti ha parlato di due motivazioni principali alla base di questa decisione.
La prima è dettata da quanto emerso nel corso del Consiglio comunale del 23 giugno scorso durante il quale, sue parole, “il dibattito si è concentrato non sui meriti urbanistici ed economici del progetto, ma sulle relazioni industriali interne al gruppo”. Giova ricordare che, in quella occasione, alcuni consiglieri comunali come De Lucia e Aguzzoli, pur nel rispetto dei propri diritti, avevano preso posizioni critiche nei confronti del progetto. Il Consiglio aveva poi approvato il piano attuativo.
La seconda è lo “sconcerto”, sempre parole di Luigi Maramotti, “per le dichiarazioni pubbliche del sindaco Massari relative alle condizioni di lavoro di Manifatture San Maurizio”. Quali sono, dunque, le parole a cui Maramotti ha fatto riferimento? Andando per esclusione, quelle apparse sui profili social del primo cittadino al termine dell’incontro in Comune dello scorso 25 giugno con alcune dipendenti dell’azienda e la Cgil. In un passaggio, Massari sottolineava l’importanza di veder applicati, parole sue, “il contratto nazionale di lavoro e lo sviluppo di relazioni sindacali avanzate”. Lo stesso concetto era stato peraltro espresso il 19 giugno scorso quando il sindaco venne ospite nei nostri studi a Il Graffio. Sempre in quella circostanza Massari lodò il progetto Polo della Moda, ricordando che “non può essere la programmazione urbanistica collegata a vertenze sindacali. Il Polo della Moda ha un suo percorso, iniziato anni fa, ed è un importantissimo investimento per la nostra città. Non è assolutamente scontato che un’azienda così importate come Max Mara continui a investire nel territorio dove è nata e questo va apprezzato”.
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