MODENA – Il processo White List a carico dell’ex senatore Carlo Giovanardi può ricominciare. E’ questo l’esito della pronuncia della Corte Costituzionale, che ha accolto il ricorso della Procura di Modena contro il voto del Senato che aveva dichiarato insindacabili le azioni di Giovanardi.
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La Corte Costituzionale ha rimesso le cose a posto e ha restituito un po’ di fiducia a chi crede che in uno stato democratico i politici non siano al di sopra della legge, a chi pensa che nessun potere – neppure quello politico – debba sconfinare nel terreno altrui. In Tribunale a Modena potrà ricominciare il processo a Carlo Giovanardi che un voto del Senato voleva impedire, sulla base del presupposto che l’allora senatore, intervenendo su Prefettura e forze dell’ordine affinchè riammettessero in white list aziende in odore di mafia, aveva soltanto esercitato le sue prerogative di parlamentare.
No, ha detto la Corte Costituzionale. Minacciare un Prefetto, un funzionario pubblico o un esponente delle forze dell’ordine per costringerlo a compiere un atto contrario ai propri doveri d’ufficio non significa esprimere un’opinione. Raccogliere informazioni riservate sul lavoro del gruppo interforze della Prefettura che si occupa di interdittive antimafia attraverso una rete di soggetti di volta in volta collusi o intimiditi non rientra nelle prerogative di un parlamentare.
Ma Giovanardi lo ha fatto? Questo lo decideranno i giudici di Modena, sulla base degli elementi portati in dibattimento da accusa e difesa. Però, dice la Corte Costituzionale, non spettava al Senato stabilire che le condotte attribuite a Giovanardi costituiscono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio delle sue funzioni. Il voto della maggioranza del Senato del 16 febbraio 2022, che ha cercato di sottrarre l’esponente politico modenese al processo e di impedire che sulla vicenda si facesse chiarezza, fa a pugni con la Costituzione. Le pagine della sentenza della Corte Costituzionale sarebbero una lettura utile per quei parlamentari reggiani di centrodestra che votarono per fermare il processo a Giovanardi e per tutti quegli esponenti politici – parlamentari e non – che su quel voto non trovarono nulla da ridire.
Ricordiamo che l’imprenditore che Giovanardi voleva fare riammettere in white list, Augusto Bianchini, è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Coloro che avrebbero passato a Giovanardi o a Bianchini notizie riservate, come il capo di gabinetto della Prefettura di Modena Mario Ventura e il funzionario dell’Agenzia delle Dogane Giuseppe Marco De Stavola, sono stati invece condannati in primo grado nel processo White List per rivelazione di segreto d’ufficio.
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