REGGIO EMILIA – Prove ignorate, spunti investigativi trascurati, indagini non fatte: nelle polemiche delle settimane scorse, sono state queste le accuse mosse ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia da alcuni partiti di centrodestra e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Reggio. Ma quale fondamento hanno queste affermazioni? TG Reggio, sulla base di documenti della Procura di Reggio e della Dda di Bologna, è in grado di dare una risposta a questa domanda. Lo faremo nelle prossime puntate del nostro approfondimento su politica e criminalità organizzata.
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L’accusa ai magistrati della Dda di non avere indagato sui rapporti tra esponenti del centrosinistra e uomini delle cosche verte essenzialmente sul rilievo da attribuire a due note dell’Aisi, i Servizi di sicurezza interni, trasmesse ai Carabinieri di Reggio nel settembre 2012 e nel gennaio 2013. In quelle note, i Servizi ipotizzavano favoritismi da parte di Maria Sergio, dirigente dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Reggio, nei confronti di alcuni soggetti, che sarebbero stati informati in anticipo sul cambio di destinazione d’uso di aree agricole. Il maggiore Vittorio Boccia, comandante del Reparto operativo dei Carabinieri, redasse due informative: una per la Dda di Bologna e una per il Procuratore capo di Reggio Giorgio Grandinetti. Boccia vi aggiunse anche riferimenti alla vendita a Coop Nordest di un terreno di proprietà comunale nei pressi del vecchio casello dell’A1, avvenuta alcuni anni prima. Un’operazione a suo giudizio irregolare.
Quelle informative rimasero chiuse in un cassetto oppure qualcuno ne verificò i contenuti? Proviamo a rispondere basandoci sui documenti e partendo proprio dalla cosiddetta Area Nord, anche se in questa vicenda la ‘ndrangheta non viene neppure evocata. Il maggiore Boccia si era mosso già tre anni prima, il 16 aprile 2010, consegnando una comunicazione di reato sulla vicenda a Isabella Chiesi, procuratore facente funzioni. L’atto conteneva accuse nei confronti di Maria Sergio, del marito Luca Vecchi (all’epoca capogruppo del Pd in Sala del Tricolore), in quanto membro del collegio sindacale di Immobiliare Nordest, e dell’assessore all’Urbanistica Ugo Ferrari. Il 9 agosto 2010 Boccia trasmise alla Chiesi una seconda comunicazione di reato sull’operazione. Su quella base, la Procura aprì un procedimento per l’ipotesi di reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, indagando Vecchi, Maria Sergio e Ugo Ferrari. Questo fascicolo, di cui probabilmente gli stessi indagati non hanno mai saputo nulla, fu archiviato un anno dopo, il 26 luglio 2011, come risulta da questa nota del Ros dei Carabinieri di Bologna. La notizia di reato era infondata. Nella prossima puntata vedremo quali accertamenti furono invece compiuti dalla Procura di Reggio e dalla Dda di Bologna sulle altre ipotesi di reato contenute nelle informative dei Servizi di sicurezza. (6/continua)
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