REGGIO EMILIA – Torniamo sulla lettera di minacce mafiose del 2016 indirizzata al sindaco Vecchi. Con l’aiuto delle sentenze, vediamo quali erano gli obiettivi e quale fu la genesi della redazione e della pubblicazione della lettera.
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Il collaboratore di giustizia Antonio Valerio ha messo a verbale che la lettera di minacce al sindaco Vecchi pubblicata il 2 febbraio 2016 dal Carlino Reggio fu ideata in carcere da Pasquale Brescia, dal suo avvocato Luigi Comberiati e da Gianluigi Sarcone. I giudici della Seconda sezione penale della Corte d’appello di Bologna, che hanno condannato per mafia Sarcone, hanno scritto nella sentenza che l’imputato si fece “promotore, ideatore e redattore insieme a Brescia di lettere con contenuti allusivi e ricattatori rivolte a figure istituzionali”. L’obiettivo era costringere Vecchi “a prendere posizione favorevole ai detenuti del processo Aemilia”. Ma in che modo una lettera di minacce al sindaco scritta dal carcere da un imputato accusato di essere un mafioso finì sulla prima pagina dei giornali?
Vediamo la ricostruzione dei giudici. L’avvocato Comberiati si presentò in redazione al Carlino su appuntamento la mattina del 1° febbraio, dopo due telefonate di preavviso. Il difensore di Brescia aveva già avuto numerosi contatti nelle settimane precedenti con una cronista del quotidiano: il 16 gennaio, più volte il 26, il 28 all’uscita da un colloquio in carcere con il suo assistito e di nuovo ripetutamente il 29. Il 1° febbraio, salito in redazione, Comberiati tirò fuori una busta sigillata, la aprì davanti alla giornalista e al vice capo cronista e lesse la lettera di Brescia ad alta voce. Secondo la Corte d’Appello, si trattò di “una vera e propria messa in scena” tesa a far credere che Comberiati non conoscesse in anticipo i contenuti della missiva e la sua “finalità minatoria”.
Le indagini hanno accertato che in realtà l’avvocato era in possesso di una versione della lettera già dal 28 gennaio, giorno in cui era stato a colloquio con Brescia in carcere a Bologna, ne aveva subito informato la cronista del Carlino e il 30 gennaio aveva inviato al giornale una copia della lettera via mail. Ma torniamo a quel 1° febbraio. Congedato Comberiati, il Carlino telefonò al portavoce del sindaco Giovanni Vignali, informandolo di avere ricevuto una lettera di Pasquale Brescia e di avere intenzione di pubblicarla. Vignali chiese di poter vedere la lettera, che gli fu spedita via fax. Il Carlino sollecitava una dichiarazione di Vecchi. Il sindaco invece, presa visione della lettera di Brescia, andò dai Carabinieri a sporgere denuncia e informò il Prefetto Raffaele Ruberto, che convocò d’urgenza il Comitato per la sicurezza. (11/continua)
Politica e cosche: la lettera mafiosa di Brescia a Vecchi. VIDEO
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